venerdì 22 settembre 2017
La premier britannica ha presentato proposte non nuove e fissato però un periodo di transizione di 2 anni dopo il 2019. E hai 600mila italiani-inglesi ha lasciato un messaggio: siete preziosi per noi
La premnier britannica Theresa May ha parlato per 33 minuti (Ansa)

La premnier britannica Theresa May ha parlato per 33 minuti (Ansa)

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Una «fase di attuazione» biennale durante la quale Londra resterà nel mercato unico offrendo in cambio il mantenimento degli impegni finanziari verso Bruxelles. Una partnership economica e sulla sicurezza da costruire «con creatività e immaginazione», cioè senza ispirarsi ad altri Paesi. Sono questi i punti principali dell’atteso discorso sulla Brexit che il premier britannico Theresa May ha formulato ieri a Firenze, davanti a una platea selezionata di politici, diplomatici e imprenditori.
Il periodo di transizione dovrà durare «probabilmente due anni» a partire dal marzo 2019, data fatidica di scadenza dei negoziati, ma fino ad allora Londra continuerà ad onorare i suoi obblighi nei confronti del bilancio comunitario, «per evitare che gli altri Paesi debbano aumentare i contributi o veder ridotti gli aiuti». Confermando le indiscrezioni della stampa britannica dei giorni scorsi, May ha fatto cenno per la prima volta a quel «conto del divorzio» di cui finora Londra non aveva mai voluto sentir parlare. Non ha indicato cifre precise ma è noto che per coprire il buco di bilancio lasciato dall’uscita serviranno circa venti miliardi di euro da qui al 2020. In 33 minuti di discorso, all’interno della simbolica e irrituale cornice fiorentina dell’ex caserma dei marescialli dei Carabinieri nel centro di Firenze, la premier britannica si è sforzata di offrire una visione «fiduciosa e ambiziosa» dei futuri rapporti con l’Ue, precisando che «la Gran Bretagna è sempre stata e continuerà a essere amica e alleata dell’Europa nella difesa di valori condivisi. Stiamo lasciando l’Unione Europea, non l’Europa».

L’obiettivo primario – ha chiarito mentre nel cuore di firenze una cinquantina di suoi concittadini manifestava contro l'uscita dalla Ue – è quello di mantenere solidi legami commerciali attraverso una partnership «creativa» di interessi e principi «come la democrazia, i diritti umani e la difesa contro le minacce internazionali», che preveda anche un nuovo accordo strategico bilaterale sulla sicurezza. Un partenariato stretto che non si ispirerebbe né al modello canadese, né a quello norvegese – «possiamo fare di meglio», ha chiosato May – ma vedrebbe Londra restare all’interno del mercato unico fino al 2021, continuando a versare i contributi al budget dell’Ue, mantenendo in vigore la giurisdizione delle Corti europee e garantendo, al tempo stesso, i diritti dei cittadini europei residenti nei suoi confini. Ha accennato però anche a un punto che rischia di rivelarsi controverso, spiegando che durante la fase di transizione sarà richiesto ai cittadini di registrarsi, «poiché quando sarà realizzato il partenariato prenderemo il pieno controllo dei nostri confini». May ha però lanciato un messaggio rassicurante ai 600mila italiani residenti nel Regno Unito: «Siete preziosi per noi – ha detto – e vi ringraziamo per il vostro contributo». Già in serata sono arrivate le prime reazioni ufficiali da Bruxelles.

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