I cartelli di protesta comparsi sulle strade degli Usa contro il sistema delle assicurazioni sanitarie - Ansa
Interventi per cancro negati. Chemioterapia non rimborsata. Anziani dimessi prima del tempo e contro il parere dei medici. E rabbia, tanta rabbia. L’arresto del presunto killer del Ceo di United Healthcare, identificato come Luigi Mangione, un 26enne di origini italo-americane, incriminato per 5 reati, non ha messo un coperchio sul vulcano di frustrazione esploso dopo l’esecuzione a sangue freddo, nel centro di Manhattan, di Brian Thompson mercoledì scorso. Perché le emozioni contro le mutue private Usa sono in ebollizione da anni.
L’eruzione ha spesso superato i limiti della decenza, con post che lodano l’assassino o affermano che la vittima non era «un essere umano». Ma ha anche portato in superficie montagne di sofferenza causata dal sistema sanitario americano, dominato da una manciata di assicurazioni private che, in media, negano la copertura di cure o medicinali prescritti da un dottore una volta su tre, anche quando in precedenza l’avevano promessa.
Il potere incontrollato delle multinazionali della sanità fa in modo che, negli Stati Uniti, l’assicurazione sanitaria sia straordinariamente complicata, cara e arbitraria. Più di 250 milioni di richieste di risarcimento vengono respinte ogni anno dalle mutue private. United Healthcare, che l’anno scorso ha registrato un fatturato di 281 miliardi di dollari, è quella che ne rifiuta di più ed è già stata presa di mira da numerose proteste davanti al suo quartier generale di Minneapolis. Sembra anche che UnitedHealthcare stia al momento difendendosi contro una class action che la accusa di aver utilizzato un algoritmo frutto dell'intelligenza artificiale e con un tasso di errore altissimo per rifiutare la copertura sanitaria agli assicurati più anziani.
Negli ultimi giorni migliaia di americani hanno inondato i social media di accuse di crudeltà verso l’azienda, spiegando che ha negato la copertura di difetti congeniti o la cura di neonati o interventi salvavita. Fra le lamentele compaiono anche quelle di molti medici. Saju Mathew, dottore da 20 anni, sostiene ad esempio che le compagnie di assicurazione stanno bloccando sempre più procedure critiche attraverso complessi processi di autorizzazione preventiva. «Noi medici abbiamo pianto, urlato a squarciagola riguardo a quante compagnie di assicurazione negano le cure su base giornaliera», ha detto Mathew al sito NewsNation Now, citando pazienti oncologici che non sono stati in grado di ottenere test fondamentali come mammografie. Un cambiamento significativo richiederebbe un’azione del Congresso, che potrebbe imporre la trasparenza sui tassi di rifiuto assicurativo e riportare il potere decisionale nelle mani di medici e pazienti, sottraendo alle mutue l’arbitrio completo sulle necessità mediche degli assicurati di cui godono ora. Un recente sondaggio della KFF, organizzazione apartitica dedita alla politica sanitaria, rivela che il 97% degli elettori Usa ritiene che le compagnie assicurative hanno una responsabilità significativa per gli alti prezzi dell’assistenza sanitaria. E un rapporto di febbraio dello steso gruppo rileva che gli americani hanno 220 miliardi di dollari di debiti sanitari e che circa 3 milioni devono più 10mila dollari l’uno. Gli americani pagano per l’assistenza sanitaria più di qualsiasi altro Paese, spesso oltre mille dollari per famiglia al mese, e la situazione non fa che peggiorare. Da 5 anni i pazienti hanno infatti più probabilità di vedere respinte le loro richieste, di pagare di più per premi e visite mediche e di affrontare costi imprevisti, a causa del forte consolidamento all’interno del settore.
In questo contesto il sospetto assassino, Luigi Mangione, «si vedeva come un eroe che aveva deciso di agire contro le ingiustizie», spiega la polizia di New York che ha analizzato il manifesto trovato al momento dell'arresto. Eppure il giovane avrebbe potuto pagare le cure di cui aveva bisogno senza l’intervento di una mutua. La sua famiglia, di origine siciliana, è più che benestante. Il nonno Nicholas, muratore, ha costruito un piccolo impero immobiliare, con una catena di case di riposo e due country club nell'area di Baltimora. Nino Mangione, cugino di Luigi, è deputato repubblicano nell'Assemblea statale.
I familiari si sono detti ieri «devastati e sotto choc per l'arresto di Luigi», del quale avevano perso le tracce. Il 26enne, dopo essersi diplomato primo della classe in una prestigiosa prep school e doppiamente laureato all’Università della Ivy league UPenn in scienze informatiche e ingegneria, aveva tagliato i ponti con tutti dopo aver subito un intervento alla spina dorsale che non aveva risolto i dolori cronici che gli impedivano di fare sport e condurre una vita normale.
Mangione ha lasciato però diverse tracce sulla Rete, che raccontano la sua trasformazione ideologica. A gennaio fa una recensione di un libro che contiene il manifesto di Ted Kaczynski, l'Unabomber, il matematico diventato terrorista anarchico che per anni terrorizzò l'America con i suoi pacchi esplosivi, uccidendo tre persone. Ora Mangione è in cella in attesa di giudizio, senza possibilità di libertà su cauzione. Deve ora essere estradato a New York dalla Pennsylvania, dove è stato catturato. In tasca aveva l'arma del delitto e un biglietto: «Dovevo farlo. Questi parassiti se la sono cercata», diceva.