giovedì 22 giugno 2023
Leader mondiali invitati a Parigi per rilanciare la lotta per l'ambiente, Il segretario dell'Onu Guterres: «L’architettura finanziaria internazionale ha fallito»
Emmanuel Macron accoglie al summit il discusso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman

Emmanuel Macron accoglie al summit il discusso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman - Reuters

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L’emozione per i morti del clima. Le accuse verso una finanza mondiale giudicata da diversi presenti «immorale», «ingiusta», «riflesso di un vecchio ordine imperialista». Le agognate nuove regole per conciliare lotta alla povertà e adattamento alla crisi ambientale. Gesti e parole forti quelli visti a Parigi, nel primo giorno del Vertice per un nuovo patto finanziario mondiale, voluto dal presidente francese Emmanuel Macron per definire una road map di riforma della finanza mondiale, in vista di quello sviluppo più solidale Nord-Sud invocato dalle Nazioni Unite.

In apertura, è la militante ugandese 26enne Vanessa Nakate a chiedere un minuto di silenzio per le vittime del cambiamento climatico. Poi, rialzando il capo: «Le promesse non tenute costano vite». Promesse come quella annosa di 100 miliardi l’anno contro la vulnerabilità climatica del Sud, che dovrebbe essere finalmente onorata in toto per la prima volta quest’anno. Per il portoghese António Guterres, segretario generale dell’Onu, «l’architettura finanziaria internazionale ha fallito» e occorre una «nuova Bretton Woods», in un mondo in cui «l’immobilismo non è più un’opzione». Macron perora uno «choc» del finanziamento, internazionalizzando le tasse. Presente pure il brasiliano Inácio Lula da Silva.

Particolarmente combattiva è Mia Mottley, premier delle Barbados, figura carismatica nella lotta al cambiamento climatico. Attacca le agenzie di notazione: «Con una sola decisione, possono far crollare un Paese e questo non è giusto». Poi, forte dell’eco mondiale della sua iniziativa di Bridgetown per accelerare gli investimenti privati nel mondo povero, chiede di «annullare il debito dei Paesi meno sviluppati». Rivendicazione presto ripresa da altri. Macron voleva un «evento informale e innovativo per la sua inclusività», ma al contempo risoluto. Almeno sul piano dei toni, l’ex banchiere d’affari è stato accontentato.

Tanti i capi di Stato africani coinvolti, dal neoeletto nigeriano Bola Ahmed Tinubu al sudafricano Cyril Ramaphosa, passando per il keniota William Ruto, pronti anche ad additare quei tassi d’interesse che strangolano ancora le politiche di lotta alla povertà, proprio mentre le minacce climatiche si moltiplicano.

Sono presenti pure i rappresentanti delle grandi istituzioni finanziarie, che condividono spesso l’idea di passare a una «tappa ulteriore». Ma in proposito, certe Ong si dicono scettiche. Fra le piste in discussione, un’espansione delle riserve finanziarie presso il Fmi, così da moltiplicare i progetti d’adattamento climatico, in un contesto in cui le attuali regole d’attribuzione «sono divenute profondamente immorali», secondo Guterres. Molto invocate pure nuove tassazioni speciali ‘creative’ su transazioni finanziarie, traffici marittimi, settori economici inquinanti. Insomma, tutto quanto potrà alleggerire quel «cuore gonfio» del Sud di cui ha parlato Mottley. A fare da battistrada agli annunci, un nuovo «partenariato per una transizione energetica giusta» sottoscritto in particolare da Ue, Regno Unito e Canada per sostenere l’accesso del Senegal ad energie verdi.

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