mercoledì 23 agosto 2023
L'allunaggio "controllato", quattro anni dopo un tentativo fallito, è avvenuto vicino al Polo Sud lunare. Tappa importante (anche militare) per il controllo dello spazio
La sala di controlla dell'agenzia spaziale indiana al momento dell'allunaggio

La sala di controlla dell'agenzia spaziale indiana al momento dell'allunaggio - .

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Evitando la figuraccia rimediata l'altro giorno dai capostipite dei Brics, la Russia che ha visto schiantarsi la sua navicella sul lato oscuro della Luna, ieri l'India è entrata a pieno titolo nel club dei Paesi "lunari". L'India poco dopo le 14,29 in Italia, ha fatto atterrare il suo razzo senza equipaggio sulla Luna. Si tratta di un momento storico per il Paese più popoloso del mondo, che entra così nel club elitario di coloro che hanno effettuato con successo un allunaggio controllato, quattro anni dopo un tentativo fallito.
Chandrayaan-3 dovrebbe è allunato poco dopo le 18 ora indiana, vicino al Polo Sud lunare, poco esplorato, e sarebbe una prima mondiale per un programma spaziale. Questo tentativo arriva quattro anni dopo un triste fallimento, quando la squadra a terra perse i contatti poco prima di raggiungere la Luna. Sviluppato dall'Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (Isro), Chandrayaan-3 comprende un modulo di atterraggio chiamato Vikram, che significa "valore" in sanscrito, e un robot mobile chiamato Pragyan ("saggezza") per esplorare la superficie lunare.

Questa missione si svolge a pochi giorni dall'incidente di Luna-25, la prima sonda lanciata dalla Russia sulla Luna dal 1976. Chandrayaan-3, lanciata sei settimane fa, è stata più lenta a raggiungere la Luna rispetto alle missioni americane Apollo con equipaggio degli anni '60 e '70, che hanno raggiunto la Luna in pochi giorni.

Il premier Narendra Modi ha seguito l'operazione finale della missione da Pretoria, in Sudafrica, dove partecipa alla 15esima riunione annuale dei Brics. Un momento delicato per il suo Paese che tenta, insieme ai partner, di ritagliarsi un posto di primo piano tra gli emergenti, capitanati dalla Cina in un fronteggiamento del G7 e dell'Occidente.

Il presidente dell'India Droupadi Murmu ha definito l'atterraggio di Chandrayaan-3 sulla Luna "un'occasione importante".
"I nostri scienziati non solo hanno fatto la storia, ma hanno anche rifatto l'idea di geografia", ha affermato come riporta la Bbc. Murmu lo ha definito un evento che "accade una volta nella vita".

"Mi congratulo con Isro (l'Organizzazione per la ricerca spaziale indiana) e tutti coloro che sono coinvolti in questa missione e auguro loro maggiori risultati per il futuro", ha aggiunto la presidente. "Credo che il successo di Chandrayaan-3 sia anche un risultato importante per l'intero genere umano", ha poi sottolineato.

Il modulo lunare indiano

Il modulo lunare indiano - Ansa

I commenti dei "colleghi"

Dall'Agenzia Spaziale Europea arrivano le congratulazioni all'India per il successo dell'allunaggio della missione Chandrayaan-3 dell'Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (Isro).

"Incredibile!", scrive il direttore generale dell'Esa Josef Aschbacher in un post sul social X. "Congratulazioni a Isro, Chandrayaan-3 e a tutto il popolo indiano!! Che bel modo di dimostrare le nuove tecnologie e di realizzare il primo atterraggio morbido dell'India su un altro corpo celeste. Ben fatto, sono davvero impressionato. E complimenti ancora una volta a Esa Operations per il tuo prezioso supporto durante questo processo", aggiunge ancora, ricordando che l'Agenzia Spaziale Europea ha contribuito a monitorare la discesa del lander grazie a una sua antenna in Australia.

"Anche noi stiamo imparando grandi lezioni e stiamo fornendo competenze cruciali", conclude Aschbacher. "Un forte partner internazionale è un partner potente".

Anche dalla Nasa "congratulazioni all'Isro per il successo dell'allunaggio di Chandrayaan-3 al Polo Sud e congratulazioni all'India per essere il quarto Paese ad aver effettuato con successo un allunaggio controllato con un veicolo spaziale sulla Luna. Siamo lieti di essere il vostro partner in questa missione". Lo ha scritto su X l'amministratore della Nasa, Bill Nelson, celebrando il successo di New Delhi e della sua missione spaziale.

Reuters

Lo sbarco indiano visto dagli Stati Uniti​

La missione dell'India, scrive il 'Washington Post', è una delle tante in programma. Il Giappone, infatti, dovrebbe lanciare una piccola navicella spaziale sulla Luna questa settimana per testare la sua capacità di atterrare con precisione, una capacità che andrebbe a vantaggio delle missioni future. E entro la fine dell'anno, due società private americane, che lavorano sotto contratto con la Nasa, hanno in programma di far volare veicoli spaziali robotici sulla superficie lunare quest'anno come parte del programma Artemis dell'agenzia spaziale.

La Nasa, sottolinea il quotidiano statunitense, "intende riportare gli esseri umani sulla Luna per la prima volta dall'ultima missione Apollo del 1972. L'obiettivo questa volta è stabilire una presenza duratura sulla Luna e attorno ad essa e utilizzare le risorse della Luna per contribuire a sostenere la vita umana sulla terra. La Nasa intende inoltre assemblare una piccola stazione spaziale, chiamata Gateway, attorno alla Luna per supportare lo sforzo".

Il programma spaziale del premier indiano Narendra Modi, sottolinea ancora il 'Washington Post', "viene utilizzato come un modo per rilanciare l'economia indiana e il settore tecnologico in crescita.

Modi cerca di tenere il passo con la Cina, che ha grandi ambizioni nello spazio ed è già sbarcata sulla Luna. L'India ha anche mostrato le sue capacità militari spaziali, nel 2019, colpendo un satellite con un missile, dimostrando la sua capacità di prendere di mira le risorse spaziali degli avversari". A differenza di rivali come Cina e Russia, osserva il quotidiano Usa, "l'India si è allineata con gli Stati Uniti firmando un accordo sull'esplorazione spaziale, noto come Accordi Artemis, un quadro giuridico che regola l'attività nello spazio.

Finora, quasi 30 paesi hanno firmato, consentendo loro di collaborare con gli Stati Uniti nelle missioni spaziali e imponendo loro di aderire a una serie di regole, come la condivisione pubblica delle scoperte scientifiche e la creazione di 'zone di sicurezza' in cui le nazioni possano lavorare indisturbate sulla superficie lunare".

Gli Stati Uniti, dal canto loro, osserva il 'Washington Post', "si sono lanciati in una corsa allo spazio con la Cina, che ha in programma di inviare astronauti sulla Luna entro il 2030. La Nasa ha programmato il suo primo sbarco per il 2025, ma recentemente i funzionari della Nasa hanno affermato che probabilmente slitterà al 2026". La Nasa, comunque, "è ancora sulla buona strada per lanciare quattro astronauti in una missione attorno alla Luna entro la fine del 2024. Quella missione, nota come Artemis II, rientra nell'ambito del successo del volo della navicella spaziale Orion, senza persone a bordo, attorno alla Luna lo scorso anno".


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