lunedì 16 giugno 2025
Blaise Metreweli, 47 anni, sarà a capo dell'M16 dall'autunno. Esperta di nuove tecnologie, ha un passato operativo da spia trascorso fra l'Europa continentale e il Medio Oriente
Blaise Metreweli

Blaise Metreweli - Ansa

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Una risorsa interna ai servizi segreti di Sua Maestà: under 50, esperta di nuove tecnologie, di ascendenze familiari georgiane e con un passato operativo da spia trascorso fra l'Europa continentale e il Medio Oriente. È il profilo di Blaise Metreweli, 47 anni, scelta - con attenzione a Russia e Iran - per diventare dall'autunno la prima donna capo dell'MI6, l'intelligence britannica. La prima in 116 anni di storia dell'organizzazione alla cui fama ha contribuito non poco la saga delle fantasmagoriche avventure di James Bond, nate dalla penna di Ian Fleming. E che finora aveva visto una donna al comando solo nella finzione cinematografica del personaggio interpretato da Judi Dench in vari film di 007.

Mentre Judi al cinema era indicata con la lettera M, il nome in codice di Blaise Metreweli sarà la C, come per gli ultimi capi dell'MI6 prima di lei. Il governo di Keir Starmer ne ha annunciato la designazione un po' a sorpresa: preferendola in extremis a un'altra donna, data da mesi per favorita dai media: la sperimentata Barbara Woodward, diplomatica di carriera d'altissimo rango, al pari di vari numeri uno recenti dei servizi esteri. Woodward, capo missione di Londra all'Onu e già ambasciatrice a Pechino, ha forse pagato la campagna di sospetti alimentata dai tabloid sulle buone relazioni coltivate per dovere d'ufficio in Cina.

In ogni caso Metreweli (il cui cognome con la doppia v è frutto della germanizzazione della grafia originaria Metreveli dei suoi avi paterni, fuggiti dopo la Rivoluzione d'Ottobre dalla Georgia sovietica in Germania e poi nel Regno) secondo Starmer ha tutte le carte in regola per succedere a sir Richard Moore, il cui mandato quinquennale scadrà il primo ottobre prossimo.

Direttrice generale uscente della sezione Q (con deleghe su tecnologia e innovazione), la neo-nominata si autodefinisce «una geek», cioè una "smanettona" informatica. In passato ha ricoperto altri incarichi di coordinamento sia nello stesso MI6, sia nell'MI5, l'agenzia che si occupa di controspionaggio e antiterrorismo interno. Ma le scarne note biografiche condivise in pubblico dal servizio - e dal Foreign Office, il ministero chiamato a coordinare l'intelligence estera - riferiscono di come abbia avuto avuto pure ruoli «operativi» in imprecisati Paesi europei e mediorientali. Laureata in Antropologia nella prestigiosa Università di Cambridge, vanta inoltre trascorsi agonistici nel canottaggio: avendo partecipato 19enne alla Women's Boat Race del 1997, versione femminile della celeberrima competizione annuale a remi fra Oxford e Cambridge.

«La storica nomina di Blaise Metreweli arriva in un momento in cui il lavoro dei nostri servizi segreti non è mai stato così vitale», ha commentato il premier laburista dal G7 in Canada, rivendicando in pieno - all'unisono con il ministro degli Esteri, David Lammy - una scelta a cui fanno da sfondo scenari internazionali da incubo e piani di riarmo a go-go. Un momento nel quale «il Regno Unito sta affrontando - nelle sue parole - minacce senza precedenti»: da quelle delle «navi spia che si aggirano nelle nostre acque» a quelle di hacker ostili «i cui sofisticati piani informatici mirano a sabotare i nostri servizi pubblici».

Sir Richard Moore, da parte sua, ha sottolineato «le capacità di leadership di Blaise», dicendosi certo di lasciare l'MI6 in buone mani: le mani di una donna che guarda al futuro».

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