giovedì 5 maggio 2016
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LONDRA Alle elezioni municipali e regionali di oggi in Gran Bretagna gli occhi sono puntati su Londra, dove lo scontro per rimpiazzare il sindaco uscente Boris Johnson si sta giocando soprattutto tra il conservatore Zac Goldsmith e il laburista Sadiq Khan. Khan, figlio di immigrati pachistani, sembrava il favorito fino a pochi giorni fa quando il Labour è stato travolto da uno scandalo che ha visto la sospensione di Ken Livingston, anche lui ex sindaco di Londra, a causa di commenti giudicati antisemiti. Se eletto, Khan, avvocato 45enne e difensore dei diritti civili, diventerebbe il primo sindaco musulmano di Londra, metropoli di quasi nove milioni di abitanti (almeno 250mila gli italiani). Le elezioni di oggi – che si terranno in Inghilterra, Galles, Irlanda e in Scozia, dove il partito nazionalista Snp spera di rinnovare la sua maggioranza assoluta –, rappresentano il primo “test” per David Cameron dopo le politiche del 2015 (quando il suo partito conservatore ottenne la maggioranza assoluta). E l’ultimo “esame” indicativo prima del referendum del 23 giugno sulla Brexit. Potrebbero però essere decisive anche per il laburista Jeremy Corbyn, la cui leadership sta vacillando da mesi a causa di conflitti interni al partito, dove i più moderati – definiti “i blairiani”, perché più vicini al New Labour di Tony Blair –, con- testano le sue politiche troppo «di sinistra». «Le elezioni comunali – scriveva ieri il Daily Telegraph – sono cruciali per Corbyn. Se i laburisti perderanno, la sconfitta sarà usata per far fuori il leader». Molto importante per l’opposizione britannica è anche il risultato in Scozia, dove alle ultime elezioni i laburisti hanno perso la storica dominanza a favore del nazionalista Snp. «Qui i laburisti devono fare attenzione a non perdere un’altra posizione in favore dei conservatori – ha spiegato John Curtice, professore all’Università scozzese di Strathclyde –: se accadesse, sarebbe un fatto senza precedenti nella storia moderna». Nonostante i dubbi sul resto del territorio nazionale, a Londra ieri sera i sondaggi davano ancora in vantaggio il Labour con Sadiq Khan, che ha lanciato un messaggio ai concittadini chiedendo di scegliere «la speranza contro la paura». Per la sua campagna elettorale, il candidato musulmano ha deciso di puntare quasi tutto sul sostegno dell’edilizia popolare, consapevole che la casa è un problema sempre più grande per i londinesi a causa dei prezzi ormai saliti alle stelle – anche per l’altissima domanda degli stranieri – e che, quindi, il tema può condizionare il voto. Un altro nodo fondamentale è quello dell’integrazione fra le diverse culture che convivono a Londra: un percorso che Khan, da pachistano, rappresenta in prima persona. Meno agguerrita, invece, è stata la campagna elettorale del conservatore Zac Goldsmith – personaggio che certamente non ha la personalità “vulcanica”, per così dire, del suo predecessore Boris Johnson –, tutta giocata all’insegna dell’ambiente. I toni “sommessi” del giovane Zac non sarebbero casuali ma «prefabbricati dal partito», dicono alcuni analisti, che questa volta, a Londra, ha deciso di mantenere il profilo basso. Quello di oggi si presenta, dunque, come un appuntamento elettorale estremamente delicato – che, inevitabilmente influenzerà gli equilibri sulla Brexit. Eppure – stranezze britanniche – non ha ottenuto, sinora, ottenendo neanche una piccola percentuale dell’attenzione che i media riserveranno all’evento politico dell’anno: il referendum sulla permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione Europea. Le urne sono aperte fino alle 22 (le 23 nostre). I risultati ufficiali sono attesi per domani. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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