lunedì 6 gennaio 2020
A un giorno dalla strage di cadetti al collegio militare di Tripoli e dalla partenza delle truppe turche a sostegno di al-Serraj, il governo libico ha rinviato la visita dei capi di Stato europei
Le proteste a Benghazi, in Libia, dopo la decisione del Parlamento di Ankara di inviare soldati turchi in Libia

Le proteste a Benghazi, in Libia, dopo la decisione del Parlamento di Ankara di inviare soldati turchi in Libia - Reuters

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Il comandante della Backup Force dell'esercito di Tripoli, Nasir Ammar, "ha detto ad Al Jazeera che un gruppo di elite di soldati turchi specializzati in radar jamming e difesa aerea sono arrivati a Tripoli".


Lo si legge in un tweet del The Libya Observer.


Nella serata di domenica era arrivato l'annuncio da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan dell'invio "progressivo" di soldati turchi in Libia, a sostegno del governo di Tripoli, sulla base del voto del Parlamento di Ankara del 2 gennaio scorso.
In Libia "il nostro scopo è di far sopravvivere il governo legittimo" di Fayez al-Sarraj. "L'esercito turco è lì per garantire un cessate il fuoco, non per combattere", e per cercare di "evitare tragedie umanitarie", ha detto Erdogan in un'intervista tv.

A pesare nelle valutazioni di Erdogan sembra sia stato anche l’attacco al collegio militare di Hadaba, a sud di Tripoli, un’esplosione – apparentemente provocata da un missile, a giudicare da un video delle telecamere di sicurezza – che sabato sera aveva provocato decine di morti e di feriti. Cadetti di polizia, ufficialmente. Miliziani pro-Sarraj, secondo voci alimentate dagli ambienti legati ad Haftar, che ha smentito la paternità dell’attacco.
Sempre sulla tv “Libya Al Ahrar” il ministro degli Esteri di Tripoli Siala ha esortato la Corte penale internazionale a prendere ogni misura necessario per indagare sul crimine del bombardamento del collegio militare di Tripoli e trascinare in tribunale i suoi autori.
L’Unione europea, attraverso le parole del portavoce del servizio di azione esterna della Ue, l’ufficio dell’Alto rappresentante Josep Borrell, ha espresso «forte preoccupazione per l’attacco aereo contro l’Accademia militare a sud di Tripoli che ha provocato decine di morti e feriti. Gli attacchi violenti porteranno solo più violenza e sofferenza umana».
«I rischi di una ulteriore e pericolosa escalation contrastano con gli sforzi che mirano ad una soluzione politica per la crisi libica – aggiunge -. Non c’è una soluzione militare a questo conflitto». L’Ue chiede quindi «l’immediata cessazione delle ostilità e la ripresa dell’impegno politico, che è l’unico modo per portare la stabilità che tutti i comuni libici desiderano e meritano», prosegue il portavoce, esprimendo infine «le più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime».

Un momento del funerale delle vittime del bombardamento del collegio militare di Tripoli

Un momento del funerale delle vittime del bombardamento del collegio militare di Tripoli - Reuters


Il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Mohamed Siala, ha affermato alla tv "Libya Al Ahrar" che il governo di accordo nazionale ha chiesto alla delegazione Ue, un rinvio della missione a Tripoli, programmata indicativamente per il 7 gennaio.

Rinviata, dunque, la missione diplomatica europea, guidata dall'Alto rappresentante Joseph Borrell e dai ministri degli Esteri italiano, francese, tedesco e britannico avrebbe dovuto approdare nel Paese nordafricano per tentare di ottenere un cessate il fuoco e la ripresa dei colloqui tra le due fazioni in conflitto, il governo di Tripoli riconosciuto dalle Nazioni Unite del premier Fayez al-Sarraj e il generale Khalifa Haftar.
"La situazione in completa evoluzione su diversi fronti, dalla Libia all'Iran e all'Iraq - hanno spiegato fonti europee -, non permette per il momento di fare nessuna programmazione sull'agenda dei prossimi giorni di Borrel".
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