Perché in Italia il commercio equo e solidale continua a crescere
Altromercato incassa 11 milioni di euro in più rispetto al 2024. A trainare sono le filiere etiche certificate di caffè e cacao. L'intervista alla presidente

Altromercato, la principale realtà del commercio equo e solidale in Italia, chiude il 2025 con un bilancio economico positivo e si prepara al 2026 con una nuova dirigenza e tante nuove sfide. I dati del bilancio d’esercizio 2024/2025 hanno superato le attese, con un incremento dei ricavi di vendita del 33,4% rispetto all’anno precedente, passando dai 34,4 milioni di euro del 30 giugno 2024 (data di chiusura del bilancio) ai 45,9 milioni del 30 giugno 2025. Segno più anche per gli utili, pari a 431mila euro.
Un risultato trainato dal rapporto che Altromercato ha instaurato con diverse aziende di produzione per la fornitura di materie prime (cacao e caffè) provenienti da filiere etiche e certificate. Questo ha permesso di fatturare circa 19,9 milioni di euro, quasi il 50% del totale dei ricavi del consorzio. Positivi anche i risultati di vendita negli altri canali, come le oltre 180 storiche botteghe (+5,8% rispetto all’anno precedente), l’online (+25%) e la grande distribuzione (+8,4%).
Un’eredità positiva per il nuovo consiglio d’amministrazione, in carica per il triennio 2025-2028, che a fine novembre ha eletto Marta Fracasso presidente e Fausto Zendron amministratore delegato. «Il consiglio di amministrazione che ha concluso il suo mandato ha fatto un lavoro straordinario: nove anni fa avevano ereditato una situazione molto complessa e sono riusciti a risanare il consorzio dal punto di vista economico. Questo ha dato una grande fiducia a tutti coloro che credono nel commercio equo», commenta la nuova presidente.
Fracasso ha alle spalle una lunga storia di impegno nel mondo del commercio equo e solidale: dal 2003 è socia lavoratrice della cooperativa Unicomondo di Vicenza, di cui è stata anche presidente, si è occupata di formazione e progettazione a livello europeo. Inoltre, dal 2020 a oggi, ha coordinato il Comitato di valutazione etica di Altromercato, un’esperienza che le ha permesso di conoscere personalmente produttori e produttrici in Italia e nei Paesi del Sud globale.
«Una delle cose più emozionanti in questi anni è stato vedere i risultati che si possono ottenere sul campo attraverso la costruzione di filiere etiche, rispettose dei valori del commercio equo e solidale -spiega Fracasso-. Attraverso “Made in Dignity” non solo garantiamo ai produttori volumi e continuità del rapporto attraverso la fornitura di materie prime alle realtà profit. Ma possiamo costruire progetti di sviluppo locale».
Un esempio è l’iniziativa “Cacao sostenibile” di Esselunga e Altromercato in Togo, che ha coinvolto cinque cooperative locali garantendo un reddito dignitoso a oltre duemila famiglie. Inoltre, si è investito per sviluppare fonti alternative di guadagno attraverso la diversificazione delle colture: 41 ettari di piantagione sono stati convertiti ad agroforesteria dinamica con piante di curcuma, papaya, agrumi, banane e zenzero.
Un progetto che già ha avviato un nuovo capitolo in Madagascar con la cooperativa Coprocasa. «Si tratta di una piccola realtà che si trova in un contesto fragilissimo e molto isolato -spiega Fracasso-. Il nostro obiettivo è portare un cambiamento reale non solo nelle condizioni di vita dei produttori, ma anche nel modo di guardare al futuro. Per queste comunità, è fondamentale offrire ai giovani gli strumenti per studiare o continuare la coltivazione del cacao in condizioni dignitose. La produzione biologica è faticosa e con risultati incerti, dare prospettive concrete rende possibile il passaggio generazionale dei saperi e incoraggia i giovani a scegliere un lavoro impegnativo, ma prezioso per il futuro della loro comunità».
Per Altromercato guardare al futuro significa anche fare i conti con le sfide del cambiamento climatico: «È un tema di cui tutti i produttori locali parlano», sottolinea Fracasso che in questi giorni è in contatto con le cooperative dello Sri Lanka colpite da alluvioni. Il commercio equo e solidale è nato, più di 40 anni fa, per promuovere progetti di sviluppo che si costruiscono e si consolidano nel tempo, i cui risultati si misurano nell’arco di anni. Ma l’emergenza climatica sta costringendo Altromercato a misurarsi con nuove sfide a cui deve rispondere in tempi molto più rapidi. «Lo abbiamo fatto anche in passato, attivando delle raccolte fondi per aiutare i nostri partner locali a rimettersi in piedi -spiega Fracasso-. Erano interventi sporadici ma ci immaginiamo che d’ora in poi queste situazioni diventeranno sempre più frequenti e dobbiamo ragionare su come agire».
Infine, un tema cardine del commercio equo e solidale che sta particolarmente a cuore alla nuova presidente di Altromercato è la promozione della parità di genere per garantire alle donne e alle ragazze delle comunità produttrici pari accesso alle opportunità e retribuzione equa. «Questo Natale, per il secondo anno consecutivo, con la nostra linea di regalistica aziendale vogliamo sostenere le donne - conclude Fracasso-. Il ricavato di quest’ anno sarà destinato alle palestinesi di Aowa che dal 1994 lavorano in Cisgiordania in un contesto sempre più difficile: attraverso il loro lavoro, ovvero la produzione di sapone, sono un pilastro per le loro famiglie».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Temi






