lunedì 28 febbraio 2011
Spunta l'ipotesi esilio per Gheddafi, mentre la Ue approva le sanzioni tra le quali il congelamento dei beni del Colonnello.Presto potrebbe arrivare l'incriminazione del Tribunale penale internazionale. A Misurata gli insorti abbattono un elicottero. Preoccupazione per una possibile emergenza umanitaria.

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Il mondo cerca il modo per fermare la violenza in Libia e da Washington spunta l'ipotesi esilio per Muammar Gheddafi. Il tutto mentre a Ginevra il Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu ha puntato lo sguardo proprio sulle rivolte popolari nel mondo arabo e sulla necessità di trovare una soluzione alle violenze e e all'anarchia in cui sta sprofondando la Libia. Per Hillary Clinton sostenere le rivolte arabe "non è una questione di ideali ma è un imperativo strategico".In Libia l'ex capo dell'intelligence libica all'estero, Bouzid Durda, è stato incaricato da Muammar Gheddafi di negoziare con i capi della rivolta.L'Ue ha trovato l'accordo sulle sanzioni per stringere la morsa attorno a Gheddafi e il suo più ristretto entourage: congelati i beni, divieto di viaggio per tutti. Il tribunale Penale dell'Aja ha avviato la raccolta di materiale preliminare sui crimini commessi nella repressione della rivolta ed entro una settimana potrebbe incriminare Muammar Gheddafi per crimini contro l'umanità. La Nato, intanto, sta lavorando all'ipotesi di una No fly zone che però necessiterebbe dell'avallo del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Ipotesi sostenuta con forza dal premier britannico David Cameron.Il Pentagono, intanto, in attesa di una decisione della Casa Bianca, ha ridispiegato le sue forze attorno alla Libia per essere pronta ad ogni eventualità. Tra le altre unità avvicinate al teatro libico la portaelicotteri d'assalto Kearsage, con a bordo un contingente di oltre 1.800 Marines. la nave trasporta 5 caccia bombardieri a decollo verticale Harrier, 42 elicotteri CH-46 Sea Knight e 6 SH-60F Seahawk. A Ginevra Franco Frattini proporrà una missione congiunta Unione Africana e Lega Araba nel Paese nordafricano. Il titolare della Farnesina incontrerà il segretario di Stato, Hillary Clinton.E intanto la situazione sul campo appare ancora in una sostanziale fase di stallo. Si combatte ancora vicino a Misurata, 200 chilometri a est di Tripoli. I ribelli hanno sventato un attacco delle forze lealiste, nei pressi della terza cità libica, e hanno abbattuto almeno un elicottero militare che aveva aperto il fuoco contro la locale stazione radiofonica.I ribelli libici che controllano Zawia, a soli 50 km a ovest da Tripoli, temono il contrattacco da parte delle forze di Gheddafi: 2.000 uomini fedeli al colonnello hanno infatti circondato la città. La città, con le sue raffinerie di petrolio e un porto, è situata in una posizione strategica. E intanto resta forte la preoccupazione per l'emergenza umanitaria e Frattini si è detto disposto a sostenere l'apertura di un corridoio umanitario per consentire l'arrivo degli aiuti. Oltre alla questione dei profughi, c'è il rischio che inizi preso a scarseggiare il cibo: nella Cirenaica le riserve basteranno solo per 2-3 settimane.Il regime di Muammar Gheddafi non controlla più i principali pozzi di petrolio in Libia. Lo ha annunciato il commissario europeo all'Energia, Gunther Oettinger. "Abbiamo tutte le ragioni per pensare che i più grandi giacimenti (di gas e petrolio) non sono più nelle mani di Gheddafi, ma si trovano sotto il controllo delle tribù e delle forze provvisorie che hanno ripreso il potere", ha spiegato alla stampa. In queste condizioni "abbiamo deciso di non imporre un blocco per non penalizzare le persone che non saranno coinvolte dalle sanzioni", ha aggiunto a margine di una riunione dei ministri dell'Energia dei Ventisette. In Libia, "la produzione petrolifera ha subito un colpo d'arresto", ha precisato aggiungendo che "le operazioni dovrebbero riprendere".
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