venerdì 7 febbraio 2014
Francesco Scalise e Luciano Gallo erano stati sequestrati a gennaio da un gruppo armato nella Cirenaica.
COMMENTA E CONDIVIDI
Sono tornati liberi e sono stati rimpatriati nel pomeriggio i due operai edili italiani rapiti il 17 gennaio in Libia. La notizia è stata data dalla Farnesina con un comunicato in cui il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha detto di provare "grande gioia e soddisfazione per la liberazione" del 63enne Francesco Scalise e del 52enne Luciano Gallo. I due operai calabresi, dipendenti dell'azienda edile crotonese General World, sono giunti all'aeroporto di Ciampino a bordo di un Falcon 900. Erano stati rapiti da un gruppo armato nei pressi del villaggio Dartuba, tra Derna e Tobruk, nella nella Cirenaica, la regione orientale in cui le milizie islamiche imperversano dalla caduta di Muammar Gheddafi, due anni e mezzo fa. I due operai si trovavano in Libia da cinque mesi per lavorare alla costruzione di alcune strade.  "L'operazione", ha spiegato la Bonino senza precisare se si sia trattato di un blitz o di altro, "è frutto di attività congiunte tra Autorità libiche e italiane e dell'azione di coordinamento svolta tra Unità di Crisi, ambasciata e altri organi dello Stato". "Desidero esprimere un sentito ringraziamento", ha proseguito il capo della diplomazia italiana, "a tutte le donne e gli uomini della Farnesina e delle altre istituzioni che hanno consentito di giungere a un esito favorevole della vicenda in un contesto ambientale difficile"."Questa è la dimostrazione che bisogna avere fiducia nelle istituzioni", ha commentato Gianluca Cuda, sindaco di Pianopoli, nel Catanzarese di cui è originario Scalise. "È la fine di un incubo", ha osservato, e a proposito delle polemiche che stavano montando in Calabria, ha aggiunto: "Il Governo ha lavorato sotto traccia e ha ottenuto i risultatiche tutti abbiamo sempre sperato".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: