giovedì 17 febbraio 2011
La tensione nell'area mediorientale e del Maghreb resta alta. Oggi è il «giorno della collera» in Libia; notizie drammatiche arrivano dai siti dell'opposizione, che parlano di scontri tra manifestanti, sostenitori di Gheddafi e forze dell'ordine a Bengasi e Al Bayda, con un totale di otto morti.

- I benefici del «soft-power», ma restano le incognite di Riccardo Redaelli
-
Dopo 40 anni il colonnello Gheddafi trema
- Bahrein, la piazza tenta la «spallata» al re. Il governo ammette: 3 morti
- Iran: «Mussavi e Karrubi saranno processati»
- Scioperi a catena nell'Egitto dei generali: fuori i corrotti
- Il politologo Nye: «Obama punti sui giovani»
COMMENTA E CONDIVIDI
Centinaia di sostenitori del leader libico Muammar Gheddafi si sono riuniti oggi mentre si susseguono notizie di rivolte in diversi luoghi del Paese, nel "giorno della rabbia" indetto dall'opposizione contro il governo. I detrattori di Gheddafi hanno organizzato le proteste online in modo anonimo e sollecitando la gente a scendere in piazza nel tentativo di emulare le proteste di Tunisia ed Egitto.Nella capitale del Paese non sembrano esserci manifestazioni di protesta, secondo quanto riferito da un giornalista Reuters, con l'eccezione dei raduni a favore di Gheddafi. Tuttavia un abitante della città orientale di Bengasi ha detto che oggi ci sono stati scontri nella vicina città di Al Bayda tra sostenitori del governo e parenti dei due giovani uccisi durante le proteste di ieri. Secondo una fonte, in questa città oggi i morti sarebbero due. l'emittente Al Jazeera, inoltre, almeno sei persone sono rimaste uccise oggi, giovedì, a Bengasi. La notizia è stata confermata da siti dell'opposizione con base all'estero.Il quotidiano libico Quryna aveva detto in precedenza che il capo della sicurezza regionale è stato rimosso per la morte dei due giovani. Al Bayda non è lontana da Bengasi, la seconda più importante città della Libia, dove i manifestanti si sono scontrati con la polizia e con i sostenitori di Gheddafi martedì notte. L'abitante della città ha detto a Reuters: "A Bengasi la situazione è tranquilla".Human Rights Watch ha reso noto che le autorità libiche hanno arrestato 14 attivisti, scrittori e manifestanti che stavano organizzando le proteste. In un paese dove il dissenso pubblico è raro, i piani per la protesta hanno iniziato a circolare da parte di attivisti anonimi su social network come Facebook e Twitter, ma le linee telefoniche in alcune parti del paese sono fuori uso.La Libia è strettamente controllata da oltre 40 anni da Gheddafi -- che è il leader africano da maggior tempo al potere -- ma il paese sente gli influssi del rovesciamento dei governi egiziano e tunisino.Benché alcuni libici si lamentino di disoccupazione, ineguaglianza e limiti alla libertà politica, gli analisti sostengono che una rivolta in stile egiziano sia improbabile perché il governo può usare i ricavi dal petrolio per alleggerire i problemi sociali.Gheddafi, secondo quanto riferito dalla Bbc, ha detto ieri che i "rivoluzionari" prevarranno, benché non abbia menzionato le rivolte. Gheddafi sostiene che la Libia non abbia bisogno di importare i concetti occidentali della democrazia perché funziona il suo sistema -- conosciuto come la Terza teoria universale -- in base al quale i cittadini si autogovernano attraverso istituzioni chiamate comitati popolari.Oggi è l'anniversario degli scontri del 17 febbraio 2006 a Bengasi, quando le forze di sicurezza uccisero diversi manifestanti che stavano attaccando il consolato italiano. Amnesty International ha dato voce ai timori di una nuova repressione. "Le autorità libiche devono permettere le proteste pacifiche e non bloccarle con la repressione", ha detto l'organizzazione in una nota. La Libia rappresenta circa il 2% dell'esportazione mondiale di greggio. Società come Shell, Bp ed Eni hanno investito miliardi di dollari nella realizzazione di pozzi petroliferi.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: