venerdì 18 febbraio 2011
Alta la tensione a Bengasi, dove migliaia di persone si sono riversate in strada portando a spalla cadaveri dei 14 dimostranti uccisi giovedì durante le manifestazioni contro il regime di Gheddafi. I "Comitati rivoluzionari libici", pilastro e braccio armato del regime del Colonnello, minacciano una risposta «violenta e fulminante».
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Decine di migliaia di persone si sono riversate in strada a Bengasi portando i cadaveri dei 14 manifestanti uccisi venerdì nella città costiera del nord della Libia durante le proteste contro il regime di Gheddafi. Lo ha riferito la Cnn citando un portavoce dell'opposizione e aggiungendo che a sparare sono stati membri dei Comitati rivoluzionari libici, pilastro del potere di Muammar Gheddafi. Testimoni hanno riferito che 13 vittime sono state sepolte nel cimitero cittadino di Hawari. Durante le concitate fasi dei funerali sarebbero stati dati alle fiamme alcuni edifici governativi. Manifestazioni contro il colonnello Muammar Gheddafi si sono svolte in almeno quattro città della Libia. Secondo quanto riferisce la tv araba al-Jazeera, le città interessate sono Bengasi e al-Bayda, nella parte orientale del Paese, e Tobruk e al-Marj, nella zona occidentale. A Bengasi diverse migliaia di persone hanno sfilato dopo i funerali delle vittime di ieri.Secondo i siti Internet delle opposizioni, si contano decine di vittime nelle varie città del Paese negli ultimi tre giorni di proteste, con bilanci contrastanti e difficili da verificare. Si susseguono, inoltre, voci di gruppi di poliziotti e uomini dell'esercito che starebbero solidarizzando con i manifestanti, in particolare a Bengasi dove la scorsa notte è stata incendiata la sede della polizia e dove è in corso un sit-in permanente contro Gheddafi davanti al tribunale.Sarebbero una cinquantina, secondo fonti dell'opposizione, le persone uccise durante la Giornata della collera, che ieri ha portato per le strade migliaia di manifestanti contro il regime di Muammar Gheddafi in almeno otto città libiche, secondo l'agenzia Misna. La situazione oggi resta tesa, con i comitati rivoluzionari, pilastro del potere, che hanno minacciato l'opposizione di rispondere in maniera «violenta e fulminante».Stamattina Gheddafi è apparso brevemente nella piazza Verde nel centro di Tripoli, circondato da una folla di sostenitori, ma non ha parlato. "BEIDA NELLE MANI DELL'OPPOSIZIONE"Manifestanti anti-governativi, con l'appoggio di alcuni poliziotti che hanno deciso di disertare, sarebbero riusciti a sopraffare le forze di sicurezza libiche e ad assumere il controllo di Beida, inCirenaica, terza città del Paese per importanza: a sostenerlo sono due diverse organizzazioni dell'opposizione in esilio, entrambe con sede a Ginevra. "Beida è nelle mani del popolo", ha dichiarato Giumma el-Omami del gruppo 'Libyan Human Rights Solidarity'. "La città è fuori dal controllo del regime di Muammar Gheddafi", gli ha fatto eco Fathi al-Farwali del Comitato Libico per la Verità e la Giustizia. I due oppositori hanno precisato di essere venuti a conoscenza della situazione attraverso i propri contatti telefonici sul posto. Le loro affermazioni non hanno peraltro trovato finora riscontri da parte di fonti indipendenti.SEI DETENUTI UCCISISarebbero sei i detenuti uccisi dalla Polizia libica nel carcere di Jadaida a Tripoli. Lo ha riferitouna fonte libica sul posto. Secondo l'informazione, il numero dei carcerati uccisi è raddoppiato in quanto nel penitenziario sarebbe scoppiata una rivolta.
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