sabato 15 febbraio 2014
A Tripoli atto di forza del generale Haftar. Il premier Zeidan: «Tentativo disperato».
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Un tentativo di golpe sarebbe stato sventato ieri in Libia, a tre giorni dal terzo anniversario della rivoluzione contro il regime di Muammar Gheddafi. L’annuncio era stato dato dall’emittente tv al-Arabiya, secondo la quale truppe fedeli all’ex capo di Stato maggiore, il generale Khalifa Haftar, avrebbero tentato di prendere il possesso dei centri di potere della capitale libica, venendo fermati poi dall’esercito. Quel che è certo, in un proclama diffuso dalla stessa emittente, Haftar ha presentato una road map in cinque punti per la gestione del Paese, in cui intimava la sospensione delle attività del governo e del Parlamento per dare vita a un Comitato presidenziale che potesse governare fino a nuove elezioni. «Il comando nazionale dell’esercito libico – ha detto Haftar – si sta muovendo per impostare la nuova road map verso la democrazia per salvare il Paese dalla sciagura. Terremo incontri con partiti e gruppi di potere per testare la condivisione di questa tabella di marcia». La reazione delle autorità libiche è stata assai confusa. Fonti dei “Comitati supremi di sicurezza” (Ssc) hanno inizialmente smentito che sia mai avvenuto un tentativo di colpo di Stato. Poi il premier Ali Zeidan ha ordinato l’arresto di Haftar, precisando che «nessuna unità militare si è mossa per toccare alcuna istituzione», spiegando che «si è trattato di un disperato tentativo di minare la democrazia», e assicurando che «la situazione nel Paese è stabile». Anche il ministro della Difesa libico, Abdullah al-Thani, ha affermato in un discorso trasmesso dalla tv che il proclama del generale Haftar per chiedere la sospensione del Parlamento è stato un atto «illegale», di fatto ammettendo che potrebbe esserci stato il tentativo di un golpe. Lo stesso Thani ha annunciato che il comandante militare del Paese, Nuri Abu Sahmain, ha emesso l’ordine di arrestare gli uomini che starebbero dietro il tentativo di golpe.Voci su un prossimo colpo di Stato che emulasse l’“esperienza” del vicino Egitto erano nell’aria nei giorni scorsi. Martedì, 30 ufficiali sono stati arrestati con l’accusa di aver meditato la formazione di un “Consiglio supremo” militare in grado di governare il Paese. Alcuni partiti sollecitano lo scioglimento del Congresso nazionale generale (il Parlamento provvisorio) eletto nel 2012, il cui mandato è stato prorogato al 2015, e l’indizione di nuove elezioni legislative e presidenziali. Haftar è stato una figura di rilievo nella rivoluzione del 2011.Aveva partecipato alla guerra contro il Ciad, alla metà degli anni ’70, prima dei cadere in disgrazia e fuggire negli Usa. Rientrato nel Paese dopo l’inizio della rivolta, è diventato uno dei leader militari del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) libico. La Libia appare oggi come un Paese vicino al collasso. La sfiducia nell’esercito regolare e le precarie condizioni di sicurezza hanno favorito le milizie nate su base tribale o religiosa, spesso in lotta tra di loro, che sono i veri padroni del Paese.
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