martedì 19 luglio 2022
Nel Paese travolto dalla crisi economica il lavoro di «Oui pour la vie» di Padre Damiano Puccini: 400 pasti al giorno, un ambulatorio e una scuola per analfabeti
Padre Damiano Puccini, fondatore di "Oui pour la vie" offre un pacco di aiuti alimentari

Padre Damiano Puccini, fondatore di "Oui pour la vie" offre un pacco di aiuti alimentari

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«Atna elioum khabzana elyoumi» («Dacci oggi il nostro pane quotidiano»). In Libano, forse più che altrove, la preghiera del Padre Nostro tocca nervi scoperti. Fino a due anni fa questo Paese importava il 66% del grano di cui aveva bisogno dall’Ucraina e il 12% dalla Russia. Oggi non ha linee di approvvigionamento, né può contare su scorte di grano, essendo stati danneggiati i silos di stoccaggio nell’esplosione al porto dell’agosto 2020. A Beirut e dintorni, il pane scarseggia e non tutti i giorni viene sfornato dai panifici. Quando non c’è pane, la gente si agita, protesta di fronte a panifici e mercati. Ma i libanesi protestano anche quando il pane esce dai forni, perché ha costi esorbitanti.

Una situazione che conosce molto bene padre Damiano Puccini, 56 anni, originario di Navacchio, Padre Damiano ha ricordato, lo scorso lunedì 11 luglio, i primi trent’anni di ordinazione sacerdotale, ricevuta nell’istituto dei Servi del Cuore Immacolato di Maria con i quali è andato in Libano nel 2003, per poi incardinarsi nel 2012 nella diocesi Maronita di Byblos.

Padre Damiano dà voce alla sofferenza di un popolo che sta vivendo «una crisi economica senza precedenti». «Già solo i prezzi di quello che chiamiamo il paniere minimo del cibo (riso, pasta, zucchero) - calmierati dallo Stato - sono cresciuti, negli ultimi quattro mesi, del 47%. La gente ha fame. In queste settimane, per la prima volta in vent’anni, ho visto persino alcuni insegnanti rovistare nella spazzatura in cerca di cibo». I salari rimangono al palo. E il potere di acquisto dei cittadini è sceso del 90%. Le persone non possono andare in ospedale perché non hanno i soldi per pagare le cure. Una situazione che ha «costretto» ventiduemila libanesi - solo nell’ultimo anno - a lasciare il Paese per cercare lavoro altrove. «I meno abbienti decidono di partire, affidandosi ai trafficanti e percorrendo le rotte mediterranee del mare» ricostruisce padre Damiano. E mentre i libanesi se ne vanno, in Libano arrivano in cerca di fortuna (che non troveranno) centinaia di migliaia di profughi siriani. «In Siria, se possibile, gli equilibri sono ancora più fragili. Il Paese ha perso la sua identità, dopo l’ingresso degli eserciti di cinque nazioni potenti, in disaccordo tra loro». Ad oggi il Libano ospita circa due milioni di profughi, poco meno della metà della popolazione «locale» residente.

Dal 2000 padre Damiano Puccini ha dato vita all’associazione «Oui pour la vie», impegnata in un’opera di sostegno umile, silenziosa ma regolare nei confronti dei più poveri del territorio. «La nostra cucina offre fino a 400 pasti al giorno. Nel nostro centro sanitario visitiamo venti persone al giorno e distribuiamo medicinali. Abbiamo poi una scuola per analfabeti, dove i ragazzi vengono seguiti individualmente». «Oui pour la vie» accoglie tutti: cristiani e musulmani, libanesi di origine e rifugiati. Un’opera in cui padre Damiano Puccini è "primus inter pares" in un gruppo di laici libanesi «che hanno deciso di dare un’impronta nuova alla loro vita, mettendo al primo posto la testimonianza del proprio cuore». Affidandosi alla provvidenza, senza tentennamenti. Il sacerdote di origine pisana e i suoi collaboratori hanno deciso di «donare un terzo del loro stipendio nel servizio e nel soccorso ai più poveri, coinvolgendoli con loro nell’animazione di quello che si veniva realizzando».Nel settembre dello scorso anno la missione portata avanti da «Oui pour la vie» ha ricevuto a Concesio (Brescia), paese natale di papa Montini, il premio «Paolo VI- Civiltà dell’amore».

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