venerdì 22 gennaio 2010
Documento sulle violenze in Egitto e Malaysia: «Il credo è un diritto, vigilare sulle minoranze». L’assemblea di Strasburgo: «Le autorità egiziane garantiscano l’integrità fisica dei copti, il governo malese dia protezione alle chiese»
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Scosso dai gravi episodi di vio­lenza subiti da cristiani in E­gitto e Malaysia l’Europarla­mento condanna «tutte le forme di violenza, discriminazione e intolle­ranza basate sulla religione e sul cre­do, contro le persone religiose, gli a­postati, i non credenti» e chiede ai governi dell’Ue di vigilare con fer­mezza sul rispetto della libertà reli­giosa invitando in tal senso anche le autorità egiziane e malesi. Nel do­cumento approvato ieri dall’assem­blea plenaria con il sostegno del­l’insieme dei gruppi parlamentari ( dopo iniziali perplessità “diplomatiche” delle sini­stre), si legge che le libertà di pensiero, coscienza e re­ligione costituiscono in blocco « un diritto umano fondamentale, garantito da­gli strumenti giuridici inter­nazionali». Primo firmatario del testo della risoluzione, Mario Mauro, vicepresidente dell’assem­blea e capogruppo del PdL, ha com­mentato il voto osservando che «non si tratta di un documento contro i singoli governi dei Paesi dove av­vengono questi attacchi, come l’E­gitto e la Malaysia » ma che « pur­troppo episodi di persecuzione dei cristiani accadono tutti i giorni in tutto il mondo, e il Parlamento vuo­le sottolineare e denunciare che tut­te queste violenze hanno in comu­ne l’avversione e la discriminazione nei confronti delle comunità cri­stiane ». «Tutti i gruppi politici – ha poi constatato Mauro – si sono tro­vati concordi sull’esistenza di un problema di libertà religiosa, che va affrontato in modo serio e costante dalla comunità internazionale, pro­prio perché sono messi a repentaglio i diritti fondamentali dell’uomo». Rilevato che anche l’Europa «non è esente da casi di violazione» della li­bertà religiosa, l’Europarlamento chiede alle istituzioni dell’Ue di pre­stare «particolare attenzione alla si­tuazione delle minoranze religiose, comprese le comunità cristiane » , anche nel gestire i rapporti di cope­razione tra l’Unione europea e gli al­tri Paesi. Nel medesimo tempo vie­ne espresso sostegno alle «iniziative volte a promuovere il dialogo e il ri­spetto reciproco tra comunità» e le autorità religiose vengono incorag­giate a «promuovere la tolleranza e ad adottare iniziative contro l’odio e la radicalizzazione estremistica » . Mirata alla tutela della libertà di re­ligione in tutto il mondo, la risolu­zione sottolinea i casi delle violenze di cui hanno sofferto i cristani in E­gitto e in Malaysia. In questi anni in Egitto vi sono stati «atti ricorrenti di violenza contro cristiani copti» e al governo del Cairo si chiede di «ga- Il Parlamento europeo ieri ha approvato un testo nel quale si chiede ai governi dell’Ue di vigilare con fermezza sul rispetto della libertà religiosa invitando in tal senso anche le autorità egiziane e malesi dopo i recenti episodi di violenza nei confronti delle minoranze cristiane rantire la sicurezza personale e l’in­tegrità fisica dei cristiani copti e dei membri di altre minoranze religio­se del Paese» in modo tale che que­ste comunità godano effettivamen­te «di tutti i diritti e libertà fonda­mentali, compreso il diritto di sce­gliere liberamente la propria reli­gione e di cambiarla, e di evitare qualsiasi discriminazione nei loro confronti». L’assemblea manifesta «preoccupa­zione per i recenti attacchi contro chiese e luoghi di culto» in Malaysia, ed esprime «solidarietà alle vittime» invitando il governo di Kuala Lum­pur a far rispettare i diritti alla sicu­rezza personale e alla libertà di cul­to, compreso il diritto dei cristiani – riconosciuto dalla Corte suprema malese e sottolineato ieri da Carlo Casini, capo del gruppo parlamen­tare Udc – di «usare la parola Allah per riferirsi a Dio».
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