giovedì 26 ottobre 2023
Cento cooperanti, provenienti da oltre 20 Paesi, del mondo si sono riuniti a Milano per il COOPI Meeting. Miccoli: «La complessità aumenta e dobbiamo attrezzarci per rispondere»
Il campo profughi di Diffa in Nigeria

Il campo profughi di Diffa in Nigeria - Simone Durante

COMMENTA E CONDIVIDI

Un effetto domino, moltiplicatore, che rischia di generare scenari ingovernabili. Parla di “policrisi globale” Ennio Miccoli, direttore di COOPI, l'organizzazione umanitaria fondata a Milano il 15 aprile 1965. «Le crisi s’innestano sempre più l’una sull’altra. Pensiamo ai Paesi in guerra dove la mortalità annuale per i disastri naturali è del 34% maggiore rispetto alle aree di pace, o alla crisi del grano legata al conflitto in Ucraina, che ha colpito i Paesi europei così come del Corno d’Africa». Nessuna diserzione o resa, però, di fronte al dilagare dell’emergenza. «La complessità aumenta e dobbiamo attrezzarci per rispondere», è l’invito di Miccoli. Proprio per articolare una risposta 100 cooperanti da oltre 20 Paesi del mondo si sono riuniti a Milano per il COOPI Meeting: una settimana di condivisione e confronto che si concluderà sabato prossimo, 28 ottobre, con la tavola rotonda “La complessità nel presente e nel futuro della cooperazione internazionale”, aperta al pubblico e in diretta streaming (9.30-13.30 al Palazzo delle Stelline, corso Magenta 61 a Milano). Esperti dalle zone più calde del mondo, tra cui Siria, Libano, Libia, Ciad, Niger, Etiopia, Mali, Sudan, Venezuela, si confrontano su come affrontare le continue emergenze causate da disastri climatici e guerre.

L’anno scorso sono stati oltre 270mila i morti a causa di 387 disastri climatici e 55 guerre: una cifra record che rischia di aumentare nel 2023. Già nel 2021 il numero di morti nei conflitti armati era cresciuto del 45% dal 2020 (più di 100mila), invertendo la tendenza al calo iniziata nel 2014. Inoltre, nel 2022 oltre 108 milioni di persone sono fuggite dalle proprie case, 19 milioni in più in un anno, un dato record, e mai visto prima è anche il numero di sfollati interni, oltre 71 milioni, (+20% in un anno). Nel frattempo, il numero di persone fuggite da conflitti e violenze è raddoppiato a oltre 28 milioni di persone, toccando il totale di 62 milioni, e quelle partite a seguito di disastri sono state quasi 9 milioni.
«Un “imponente susseguirsi di crisi a cascata”, come l’ha definito il segretario generale dell’Onu António Guterres, sta mettendo a dura prova il sistema dell’aiuto umanitario», spiega Claudio Ceravolo, presidente di COOPI. «La cooperazione – ha aggiunto – deve ridefinirsi, in un mondo dove s’intrecciano gli effetti di catastrofi naturali, violenze, strascichi della pandemia, povertà, flussi migratori, riequilibri geopolitici». COOPI è sempre più impegnata sulle emergenze, cui rispondono 191 progetti sul totale di 252. Nel 2022 ha sostenuto, nel complesso, 6,8 milioni di persone in 33 Paesi tra Africa, Medio Oriente, America Latina e Caraibi, Italia.
All’incontro pubblico di sabato intervengono il presidente di COOPI Claudio Ceravolo, il presidente della rete Link 2007 Roberto Ridolfi, la docente di Politica economica dell’Università di Pavia Enrica Chiappero-Martinetti, il presidente di VOICE Dominique Crowley, la Protection Associate di UNHCR Francesca Paltenghi; modera la giornalista Antonella Tagliabue.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: