venerdì 1 dicembre 2023
Il "World Giving Index" di Charities Aid Foundation: nel 2022 sono state oltre quattro miliardi le persone che hanno donato soldi o prestato il loro tempo ad associazioni di volontariato
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«Donare significa costruire una connessione con le persone che ci circondano, sia che esse siano al di là della strada o dall'altra parte del mondo. Ci tiene uniti e questo ci aiuta a capirci meglio l'un l'altro».

In queste parole di Neil Heslop, ceo di Charities Aid Foundation (Caf), un ente benefico inglese con sedi anche in America e Canada, è racchiuso lo spirito del World Giving Index 2023, un rapporto che misura la generosità dei singoli Stati nei confronti degli altri. Quello di Caf è uno dei maggiori studi a livello globale e coinvolge ogni anno milioni di persone; quest'anno, in particolare, si è deciso di puntare l'attenzione sul ruolo che assume la religione nelle azioni caritatevoli.

Sono state 142 le nazioni prese in esame. Agli intervistati sono stati sottoposti tre quesiti. Il primo, se avessero mai donato ad un'associazione di beneficenza; il secondo, se avessero mai aiutato uno sconosciuto in difficoltà; il terzo, se avessero mai preso parte ad un'azione di volontariato. Ne è emerso un quadro più che incoraggiante. Nel 2022 sono state oltre quattro miliardi le persone che hanno donato soldi o prestato il loro tempo ad associazioni di volontariato o hanno aiutato qualcuno di sconosciuto: una cifra che corrisponde al 72% della popolazione mondiale. Nel World Giving Index questo numero si traduce in un punteggio pari a 39, il secondo più alto negli ultimi dieci anni, secondo solo al 40 del 2021.

Per il sesto anno consecutivo, l'Indonesia è il Paese più generoso, seguita da Ucraina e Kenya. Al fondo della classifica troviamo invece Yemen (terzultima), Croazia (penultima) e Polonia al 142esimo posto. L'Ucraina è anche lo Stato che ha ricevuto più azioni di generosità in tutto l'anno, probabilmente motivate dal conflitto in corso. «Un mix di supporto, sia immediato che a lungo termine, per enti di beneficenza internazionali e locali, è la chiave ad una risposta efficace alle catastrofi. Alla Caf abbiamo un team di esperti che aiuta i nostri clienti a capire come i loro finanziamenti potrebbero sostenere al meglio le comunità colpite a lungo termine», ha commentato Ashling Cashmore, Head of Impact and Advisory di Caf.

Dai dati è emersa un'altra tendenza: chi risiede in uno Stato diverso da quello in cui è nato è più propenso a donare e questo vale soprattutto per Medio Oriente, Nord Africa ed Europa. Anche la religione incide sulle donazioni: le istituzioni e le organizzazioni religiose giocano un ruolo fondamentale nell'offrire opportunità di donazione e volontariato. Chi afferma che la religione gioca un ruolo importante nella sua vita è più propenso a donare: questo si vede soprattutto nei Paesi dell'Africa Subsahariana, mentre in Europa la differenza non è marcata.

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