giovedì 29 febbraio 2024
La legge sul segreto di Stato è stata modificata per essere estesa ai settori produttivi sensibili. Verranno poi "bonificate" oltre 45mila aziende
La Cina ha esteso la legge sul segreto di Stato

La Cina ha esteso la legge sul segreto di Stato - ANSA

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Che la posta in gioco sia alta, lo testimoniano le parole del presidente cinese Xi Jinping, pronunciate lo scorso mesi di ottobre: la Cina deve attrezzarsi per vincere la «sfida tecnologica». Il sogno è quello di una sorta di autarchia, di un’autosufficienza che tagli ogni forma di dipendenza del gigante asiatico. La guerra dei chip – quel groviglio di misure attraverso le quali gli Usa puntano a imbrigliare la potenza dirompente cinese – è una ferita aperta che sta alimentando paure e desideri di rivalsa. Il mantra, ripetuto allo sfinimento, è: Pechino sta affrontando «rischi e sfide senza precedenti». L’imperativo è dunque «difendersi», «proteggersi». Ne è nata una vera e propria ossessione securitaria, condensata in una serie di misure. A partire dalla revisione della legge sul segreto di Stato, votata dal Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo e che entrerà in vigore da maggio. Cosa prevede la modifica? In pratica la “coperta” del segreto di Stato deve essere estesa alle industrie ad alta tecnologia, con tanto di misure su cyberspazio, big data, cloud computing e intelligenza artificiale. Viene poi rinforzata “la cintura del segreto” su tutto l’apparato militare.

Il presidente cinese Xi Jinping a San Francisco lo scorso 15 novembre

Il presidente cinese Xi Jinping a San Francisco lo scorso 15 novembre - REUTERS

Quale siano i contorni della “partita” che si sta giocando, lo chiarisce il rapporto “Global Strategic and Security Risks 2024”, licenziato dal China Institute of Contemporary International Relations: «La politicizzazione, la strumentalizzazione e l’arma dei fattori economici a livello globale stanno diventando sempre più intensi. L’autorità e l’efficacia della governance economica globale è stata ridotta. L’economia mondiale si trova ad affrontare sia il rischio di perdere slancio, sia il rischio di una ulteriore incontrollabile frammentazione». Non solo. Secondo il rapporto l’intelligenza artificiale, per la sua natura “esponenziale e creativa”, è destinata a terremotare i vecchi e consolidati equilibri, innescando una corsa senza esclusione di colpi. Sono ormai tramontati i tempi in cui l’ingresso della Cina nei mercati mondiali era salutato come un fattore di crescita e ricchezza. Oggi l’economia è un’arma e la competizione tecnologia è il suo principale vettore. Di qui l’ossessione cinese per il segreto. Non a caso il Global Times, voce del Partito comunista, punta il dito contro la Cia, accusando gli Usa di «aver destinato sempre più risorse alla raccolta, alle operazioni e alle analisi di intelligence legate alla Cina in tutto il mondo, raddoppiando la percentuale del suo budget complessivo».

Ma non basta. Il ministero cinese dell’Industria e dell’Informatica ha presentato un piano per “la messa in sicurezza” dei dati dell’intero settore industriale del Paese. Un compito gigantesco e tentacolare. Le misure protettive, che prevedono esercitazioni di emergenza e simulano attacchi ransomware, devono essere estese a oltre 45mila aziende. Il piano mira poi a completare 30mila sessioni di formazione sulla sicurezza e a formare 5mila esperti in grado di padroneggiare la materia. Secondo quanto riportato dalla Reuters, sarebbe già in atto la progressiva sostituzione di hardware e software occidentali con prodotti nazionali, a causa dei timori di possibili “varchi” per gli attacchi di hacker stranieri. A completare il quadro: lo scorso anno la Cina si è dotata di una nuova legge anti-spionaggio e nel 2021 di una legge sulla sicurezza dei dati. Il gigante è pronto ad avvolgersi nel segreto.

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