martedì 29 maggio 2018
In otto anni sono stati offerti 15.500 screening ginecologici e senologici e sono state introdotte cure chemioterapiche presso il Nsambya Hospital di Kampala, in Uganda
Un momento di sensibilizzazione sulla lotta al cancro in Uganda

Un momento di sensibilizzazione sulla lotta al cancro in Uganda

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Una serata per presentare i risultati raggiunti nel 2017 e mostrare quanto sia possibile, anche con piccoli progetti, fare la differenza. Si terrà domani sera a Roma alle 21, presso il ristorante Sahara, l’appuntamento annuale della onlus Afron Oncologia per l’Africa, che ha compiuto otto anni di attività diventando un punto di riferimento in Paesi come Uganda e Ruanda.


L’impegno di Afron è rivolto alle donne e ai bambini affetti di cancro, perché, sottolinea l’organizzazione “vorremmo che ammalarsi in Africa non significhi necessariamente una condanna a morte dettata, più che dalla gravità della malattia, dalla povertà e dai pregiudizi culturali“. Afron punta invece a difendere il diritto alla salute e l’accesso alle cure oncologiche per tutti. E lo fa attraverso la formazione del personale, l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini verso una malattia che si diffonde rapidamente ma praticamente sconosciuta e con la prevenzione, da sempre la cura migliore.


In questi otto anni, grazie ai volontari di Afron, sono state sensibilizzate 600mila persone, offerti 15.587 screening ginecologici e senologici, coinvolti 34 medici volontari per fare formazione sullo staff medico-infermieristico locale e un medico ugandese ha potuto ottenere la specializzazione in ginecologia e ostetricia. Afron ha inoltre contribuito a introdurre le cure chemioterapiche presso il Nsambya Hospital di Kampala, in Uganda, e alla realizzazione della Family House per ospitare le donne affette da cancro durante i trattamenti. Afron ha anche stretto collaborazioni con gli ospedali cattolici St. Joseph H, Matany Hospital e Lacor Hospital che fanno tutti parte dell'Uganda Medical Catholic Bureau.


In paesi come Uganda e Ruanda il cancro alla cervice uterina, che risulta il più diffuso, colpisce 46 donne su 100mila, di queste l’80% non riesce a sopravvivere. Il cancro al seno ha una sopravvivenza del 54% a 5 anni: non sopravvive la metà delle donne colpite dalla malattia. In Italia, la stessa percentuale si attesta all’86%.


Nel mondo vengono diagnosticati ogni anno tra i 175 e 250mila nuovi casi di tumori infantili, l’80% dei quali si presenta nei Paesi più poveri. Dei casi che si verificano in occidente, il tasso di sopravvivenza si attesta tra il 75 e l’85% . In Uganda solo il 2% dei bambini inizia i trattamenti terapici in tempo utile per essere curato. Il 98% di piccoli malati riceve la diagnosi troppo tardi e le conseguenze sono quasi sempre fatali. L’enorme differenza di sopravvivenza tra l’Occidente e l’Africa, sia nei tumori delle donne che in quelli infantili, è dovuta alla mancanza di informazione e alla povertà che generano diagnosi tardive. In Africa la maggior parte della popolazione vive con circa 1 dollaro al giorno, le cure oncologiche (chemioterapia, radioterapia, chirurgia) a totale carico dei malati, hanno un costo complessivo di circa mille dollari.


Afron intende combattere queste percentuali così drammatiche mettendo a disposizione le competenze dei propri esperti volontari e le risorse economiche reperite anche con una serie di iniziative. Nel 2017 sono stati raggiunti buoni risultati: oltre il 90% delle donazioni è stato devoluto ai beneficiari, perché ogni donna sensibilizzata e visitata gratuitamente può significare una donna o un bambino salvati.

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