mercoledì 25 ottobre 2023
Il fallimento dell'intelligence israeliana e Usa per i raid del 7 ottobre è dovuto a una serie di "accorgimenti "vecchia scuola", come le comunicazioni non intercettabili e gli incontri di persona
la devastazione dell'attacco al kibbutz di Be'eri

la devastazione dell'attacco al kibbutz di Be'eri - Ansa

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Sono durati due anni i preparativi di Hamas per l'operazione 'Diluvio di Al Aqsa', il brutale attacco del 7 ottobre ai kibbutz del sud di Israele. Un lungo periodo di tempo nel quale i terroristi sono riusciti a eludere la sorveglianza delle più potenti agenzie di intelligence del pianeta, colte di sorpresa quando i miliziani hanno sfondato le barriere di Gaza e dato il via alla mattanza.
Lo stratagemma usato per operare in gran segreto - emerge ora - non sono state le più avanzate tecnologie a disposizione ma, al contrario, un "controspionaggio vecchio stile", cioè privilegiando gli incontri di persona e usando i telefoni fissi. Due fonti informate hanno riferito alla Cnn informazioni di intelligence condivise con gli Stati Uniti secondo cui, in quei due anni, l'organizzazione palestinese ha escluso per le sue comunicazioni l'uso di computer e telefoni cellulari, ormai facilmente rintracciabili dai servizi di sicurezza israeliani, optando per una più desueta rete telefonica via cavo, installata nei suoi tunnel sotterranei a Gaza. Inoltre, secondo le stesse fonti, solo una piccola cellula di Hamas era al corrente dei piani per l'assalto, una squadra ristretta che ha allertato un gruppo più ampio di combattenti, pronti ad agire, solo quando ormai era tutto deciso. I comandanti e i miliziani "in superficie" erano stati addestrati per diversi mesi e tenuti in stato di allerta, ma avrebbero saputo del piano specifico solo alcuni giorni prima del 7 ottobre. "È così che si mantiene un segreto", ha sottolineato una delle fonti.
La rivelazione, sottolinea l'emittente Usa, spiegherebbe perché il Mossad e la Cia non hanno colto i segnali che Hamas stava preparando l'irruzione di 1.500 terroristi in Israele. Una delle fonti ha spiegato infatti che gli 007 avevano sì osservato parte dell'addestramento che si stava svolgendo in superficie, ma che non sembrava nulla di insolito. L'allarme non è scattato. Il giorno deciso per l'attacco Hamas è poi tornato a mezzi tecnologici avanzati. Secondo Cloudflare, società americana di sicurezza online citata dal quotidiano Haaretz, i terroristi hanno attaccato i siti di news israeliani per rafforzare l'effetto sorpresa. Il primo hackeraggio sarebbe avvenuto 12 minuti dopo l'assalto, altri simili ne sono stati tracciati anche nelle settimane successive. Il 56% dei cyber attacchi ha riguardato i siti di notizie, il 34 era contro società informatiche, il 4% al settore finanziario, il resto contro uffici governativi e telecomunicazioni israeliane con l'obiettivo di lasciare il più possibile all'oscuro il resto del Paese su quanto stava avvenendo nelle comunità del sud.

Uno dei biglietti trovati addosso ai terroristi di Hamas

Uno dei biglietti trovati addosso ai terroristi di Hamas - Ansa

Una volta entrati nei kibbutz i terroristi avevano una missione precisa, documentata da foto, video, registrazioni di cui Israele è ormai entrato in possesso. Da ultimo un biglietto scritto a mano, trovato sul corpo di uno dei miliziani uccisi e diffuso dall'esercito israeliano: "Sappi che questo tuo nemico è una malattia che non ha cura, se non la decapitazione e l'estrazione di cuore e fegato!". Un chiaro ordine, ha commentato il portavoce miliare, di "uccidere gli ebrei, decapitare le vittime e strappargli il cuore".

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