martedì 23 aprile 2024
Secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale, lo scorso anno “sono stati registrati 79 eventi avversi legati a fattori idro-meteorologici che hanno provocato oltre 2mila vittime"
Il lago di Boklung completamente prosciugato in India

Il lago di Boklung completamente prosciugato in India - ANSA

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Sempre più fragile e vulnerabile. È l’Asia il continente più flagellato dagli eventi atmosferici avversi nel 2023. Lo ha certificato, nel suo rapporto annuale l'Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite. Lo scorso anno “sono stati registrati 79 disastri legati a eventi idro-meteorologici. Oltre l’80% di questi erano legati a inondazioni e tempeste che hanno causato più di 2.000 morti. Molti Paesi della regione hanno poi vissuto il loro anno più caldo mai registrato”, si legge nel rapporto. "Il cambiamento climatico ha esacerbato la frequenza e la gravità di tali eventi, influenzando profondamente le società, le economie e, soprattutto, le vite umane e l'ambiente in cui viviamo", ha affermato Celeste Saulo, direttrice dell'Organizzazione meteorologica mondiale.

Il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato a livello mondiale, ma in Asia l'impatto delle ondate di caldo sta diventando sempre più grave, sottolinea l' l'Organizzazione meteorologica mondiale, aggiungendo che lo scioglimento dei ghiacciai - soprattutto nella catena himalayana - mette a rischio la sicurezza idrica della regione. Inoltre, l'Asia si sta riscaldando più velocemente della media globale, con temperature lo scorso anno quasi due gradi Celsius superiori alla media dal 1961 al 1990. "I risultati del rapporto fanno riflettere", ha affermato la numero uno dell'Organizzazione. "Molti Paesi della regione hanno vissuto l'anno più caldo mai registrato nel 2023, accompagnato da una serie di condizioni estreme, da siccità e ondate di caldo a inondazioni e tempeste", afferma il rapporto. Il rapporto sullo stato dell'Asia 2023 evidenzia il ritmo accelerato dei principali indicatori del cambiamento climatico, come la temperatura superficiale, il ritiro dei ghiacciai e l'innalzamento del livello del mare, affermando che avrebbero gravi impatti sulle società, sulle economie e sugli ecosistemi della regione. La temperatura media annuale in prossimità della superficie dell'Asia nel 2023 è stata la seconda più alta mai registrata, con 0,91 gradi Celsius sopra la media del periodo 1991-2020 e 1,87 gradi Celsius sopra la media del periodo 1961-1990.

Temperature medie particolarmente elevate sono state registrate dalla Siberia occidentale all'Asia centrale e dalla Cina orientale al Giappone, afferma il rapporto. Il Giappone ha vissuto l'estate più calda mai registrata. Per quanto riguarda le precipitazioni, sono state inferiori alla norma sull'Himalaya e sulla catena montuosa dell'Hindu Kush in Pakistan e Afghanistan. Nel frattempo, la Cina sudoccidentale ha sofferto di siccità, con livelli di precipitazioni inferiori alla norma in quasi tutti i mesi dell'anno. La regione asiatica di alta montagna, centrata sull'altopiano tibetano, contiene il maggior volume di ghiaccio al di fuori delle regioni polari. Negli ultimi decenni, la maggior parte di questi ghiacciai si è ritirata, e questo è avvenuto a un ritmo accelerato, secondo dati OMM: 20 dei 22 ghiacciai monitorati nella regione hanno mostrato una continua perdita di massa lo scorso anno.

Il rapporto afferma inoltre che le temperature della superficie del mare nell'Oceano Pacifico nordoccidentale nel 2023 sono state le più alte mai registrate.
L'Organizzazione meteorologica mondiale afferma che è urgente che i servizi meteorologici nazionali nella regione producano dati per avvisare meglio dei rischi. “È fondamentale che le nostre azioni e strategie riflettano l'urgenza di questo momento", insiste la Saulo. "Ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti climatici è una necessità fondamentale".


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