venerdì 1 marzo 2024
Alla cerimonia in chiesa i genitori Lyudmila e Anatoly. Assenti la moglie e i due figli che vivono all'estero e che non possono rischiare di tornare in patria
In migliaia hanno seguito le esequie di Alexeij Navalny dall'esterno della chiesa

In migliaia hanno seguito le esequie di Alexeij Navalny dall'esterno della chiesa - Reuters

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Mosca celebra i funerali di Navalny e la Russia di Putin ne approfitta per seppellire anche il concetto di pietà. Il corpo del dissidente, morto lo scorso 16 febbraio in una colonia penale di massima sicurezza oltre il Circolo Polare Artico, ha finalmente trovato la sua dimora definitiva. Ma per la famiglia il momento della pace è ancora lontano e ieri, nel momento del dolore, il Cremlino e il Patriarcato hanno fatto del loro meglio per rendere ancora tutto più straziante.

Per prima cosa, la maggior parte ha potuto dire addio al dissidente da lontano. La moglie Yulia, i figli Daria e Zhakar, il fratello Oleg e i suoi più stretti collaboratori non erano presenti alla cerimonia. Con quello che la vedova e la primogenita hanno detto nelle loro dichiarazioni ufficiali, erano passibili di arresto. I membri del team Navalny hanno già tutti procedimenti penali a loro carico e vivono all’estero. Il fratello Oleg è nella lista dei ricercati speciali. Partecipare al funerale avrebbe significato consegnarsi nelle mani di Putin. E, visto che l’opposizione russa è già abbastanza indebolita dalla furia repressiva del regime, hanno dovuto accettare il fatto di non poter dire addio a un marito, a un padre, a un leader. Si deve continuare la sua lotta, che è sicuramente molto meglio e più utile che fare la sua stessa fine.

Alla vedova non è rimasto altro che postare un video sui social con alcuni momenti più belli del suo matrimonio con un messaggio di gratitudine e dolore. «Lyosha – ha scritto Yulia Navalnaya su X –, grazie per 26 anni di assoluta felicità. Sì, anche negli ultimi tre anni di felicità. Per l’amore, per avermi sempre sostenuto, per avermi fatto ridere anche dal carcere, per il fatto che mi hai sempre pensato. Non so come vivere senza di te, ma cercherò di renderti lassù felice per me e orgoglioso di me. Non so se riuscirò a sopportarlo oppure no, ma ci proverò. Ci incontreremo sicuramente un giorno. Ti amerò per sempre. Riposa in pace». Tutto il peso se l’è sobbarcato la madre, Ljudmila, che ha partecipato alle esequie insieme con il marito Anatolij, militare di carriera, ma che sembrava più un soldato che segue il suo generale. La donna, che ha sostenuto un vero e proprio braccio di ferro con le autorità russe per la riconsegna del corpo è apparsa provata dal dolore, ma composta, quasi granitica, anche quando ha dato l’addio definitivo alla salma del figlio, indicando con precisione al prete dove dovesse essere riposta l’icona della Madre di Dio sul corpo del defunto.

La liturgia ortodossa, infatti, prevede che il corpo dell’estinto sia visibile fino alla fine. Ma quello di Navalny hanno potuto comunque salutarlo in pochi. Il feretro è stato consegnato alla famiglia con oltre due ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia, arrivando nella chiesa dell'Icona della Madre di Dio a Mosca a ridosso dell’inizio della cerimonia religiosa. Una chiesa di quartiere, come a Mosca ce ne sono centinaia e che mai più si sarebbe sognata di essere di ospitare un funerale che passerà alla storia. Probabilmente, il parroco, Anatolij Rodionov, ne avrebbe fatto anche a meno. E, per non indispettire troppo il Patriarcato di Mosca, che, secondo il team del dissidente, ha chiesto un funerale breve, ha celebrato le esequie a tempo di record, circa mezz’ora, durata che, per la complessa e affascinante liturgia ortodossa, è ben al di sotto del minimo sindacale. Nella chiesa erano presenti circa 300 persone fra parenti e amici più stretti. Molti di loro non hanno potuto toccare il corpo. Nonostante le preghiere ai parroci per dare loro più tempo, la bara è stata coperta e ha iniziato il suo viaggio verso il cimitero. Ma ad aspettare Navalny fuori dalla chiesa, c’erano almeno 3.000 persone, che vanno aggiunte alle migliaia presenti sulla strada che porta al cimitero Borisovskoje. In tutto, forse decine di migliaia i presenti. Fuori dalla chiesa, anche i rappresentati diplomatici degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei, fra cui l’Italia, ai quali è stato vietato l’ingresso nel luogo sacro da parte delle autorità. Erano mescolati alle migliaia di persone, incuranti delle misure di sicurezza, delle minacce del portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov e delle telecamere a riconoscimento facciale, che, con buone probabilità usate per schedare tutti. «Navalny! Navalny!» urlava la folla, insieme ad altri slogan fra cui «La Russia sarà libera», «No alla guerra», fino al più pericoloso: «Putin assassino».

In migliaia hanno seguito le esequie di Alexeij Navalny

In migliaia hanno seguito le esequie di Alexeij Navalny - REUTERS


Fra loro anche alcuni esponenti dell’opposizione, come Evgenij Roizman e Boris Nadezhdin. «Penso che col tempo verrà riconosciuto il suo peso – ha spiegato Roizman a Novaya Gazeta –. Navalny è un portatore di passione, un uomo che è stato torturato. Navalny non ha mandato le persone a morire, Navalny non ha speso i soldi delle persone, Navalny ha difeso le persone. Per questo penso che sarà così». Secondo il gruppo di monitoraggio OVD-Info, 45 persone sono state arrestate in tutto il Paese e altre 22 sono state fermate mentre cercavano di lasciare le loro case per partecipare alla cerimonia.


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