sabato 12 giugno 2010
Le autorità ad interim di Bishkek hanno detto oggi che la situazione in Kirghizistan è «fuori controllo» e hanno chiesto alla Russia di inviare truppe per riportare l'ordine. Mosca ha rifiutato, acconsentendo all'invio di aiuti. Negli ultimi due giorni gli scontri inter-etnici hanno causato almeno 75 morti e 800 feriti nel sud della Repubblica ex sovietica.
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Le autorità ad interim di Bishkek hanno detto oggi che la situazione in Kirghizistan è «fuori controllo» e hanno chiesto alla Russia di inviare truppe per riportare l'ordine. Negli ultimi due giorni gli scontri inter-etnici hanno causato almeno 75 morti e 800 feriti nel sud della Repubblica ex sovietica. «Ci serve l'intervento di forze armate esterne per calmare la situazione», ha detto ai giornalisti la premier ad interim Roza Otunbayeva. «Abbiamo chiesto l'aiuto della Russia e ho già firmato una lettera al riguardo destinata al presidente Dmitri Medvedev», ha aggiunto.La risposta della Russia non si è fatta attendere: Mosca ha deciso di non dare al Kirghizistan assistenza militare ma solo aiuti umanitari, in quanto ritiene che le violenze interetniche in corso in quel Paese siano un fatto interno. Lo ha dichiarato una portavoce del Cremlino, citata dalle agenzie russe."Si tratta di un conflitto interno e per ora la Russia non vede le condizioni per prendere parte alla sua risoluzione", ha dichiarato Natalya Timakova, portavoce del presidente russo, Dmitri Medvedev. Il quale, ha aggiunto la Timakova, ha disposto che la crisi kirghiza sia discussa nell'ambito dell'organismo di sicurezza delle ex repubbliche sovietiche, l'Organizzazione per il Trattato della Sicurezza Collettiva (Csto), per decidere passi comuni. La portavoce del Cremlino ha aggiunto che qualunque decisione in merito all'invio di eventuali missioni di peacekeeping dovrà avvenire nell'ambito dei regolamenti dell' Onu. I fatti. Durante tutta la notte sono proseguite sparatorie e scontri a fuoco. «Intere strade sono in fiamme», ha detto oggi il portavoce del ministero dell'Interno Rakhmatillo Akhmedov, "la situazione è molto grave e (la violenza) non accenna a smettere. Ci sono case in fiamme". Le autorità kirghize hanno richiamato poliziotti e militari in pensione per poter far fronte all'emergenza a Osh e "prevenire la guerra civile". "Le autorità sarannoriconoscenti verso tutti quei volontari pronti ad aiutare per prevenire la guerra civile nel sud del Kirghizistan", ha detto alla televisione nazionale un responsabile del governo, Azimbek Beknazarov, "i poliziotti e i militari dispiegati sul postostanno crollando per la fatica, dormono sulle strade che devono sorvegliare. Se non ci saranno rinforzi, non avremo forze sufficienti per affrontare la situazione nei prossimi due giorni". La Croce rossa. Il comitato internazionale della Croce rossa internazionale ha espresso la sua "profonda preoccupazione" per la situazione umanitaria nel sud del Kirghizistan e in particolare per la città di Och, paralizzata da violenze interetniche. "La situazione peggiora di ora in ora. Ci riferiscono di migliaia di persone in fuga dai combattimenti e dai saccheggi e si dirigono verso la frontiera tra Kirghizistan e Uzbekistan'', ha detto una responsabile della missione in Kirghizistan del Cicr, Severine Chappaz che si trova a Och. In un comunicato la responsabile riferisce che elettricità egas sono state tagliate cosa che implica che non ci sono più approvvigionamenti di acqua. "I negozi e i mercati sono chiusi - aggiunge - temiamo una scarsità di cibo, in particolare negli ospedali e nei luoghi di detenzione". Le violenze tra Kirghizi e minoranza uzbeka, scoppiate due giorni fa a Och e nella regione circostante, hanno provocato la morte di 75 persone e circa 850 feriti, secondo l'ultimo bilancio del ministero della sanità.  Il CICR ha fatto appello anche alle autorità chiedendo di fare di tutto per proteggere i civili e il personale medico che, secondo alcune informazioni, sarebbe stato oggetto di attacchi.
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