giovedì 26 ottobre 2017
Tre morti nei disordini. Il presidente uscente Kenyatta: «Il 90% del Paese è calmo, ma dobbiamo sbarazzarci del tribalismo». Dai vescovi appello al dialogo
Sostenitori dell'opposizione durante gli scontri con la polizia nella baraccopoli di Kibera, a Nairobi (Ansa)

Sostenitori dell'opposizione durante gli scontri con la polizia nella baraccopoli di Kibera, a Nairobi (Ansa)

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Seggi aperti in Kenya per le seconde elezioni presidenziali nel giro di pochi mesi. Circa 20 milioni di kenyani sono infatti attesi di nuovo alle urne dopo le elezioni di agosto invalidate dalla magistratura perché considerate illegali. Il grande favorito resta il presidente uscente Uhuru Kenyatta, anche perché il leader dell'opposizione, Raila Odinga, ha lanciato un appello ai suoi sostenitori per boicottare il voto.

A poche ore dall'apertura dei seggi la polizia ha lanciato lacrimogeni per disperdere una folla di manifestanti dell'opposizione a Kibera, alla periferia di Nairobi. Scene simili si sono verificate nella bidonville di Mathare, sempre a Nairobi e a Migori e Kisumu, due città dell'Ovest del Paese, roccaforti del leader dell'opposizione Raila Odinga. A Kisumu una persona è rimasta uccisa e altre tre persone sono state ricoverate in ospedale per ferite d'arma da fuoco. Almeno altri due i morti nel Paese.

Uhuru Kenyatta, parlando a Gatundu a una trentina di chilometri a nord di Nairobi davanti a un seggio, ha sostenuto che il 90% del Paese è calmo. Kenyatta inoltre ha affermato che il Kenya deve sbarazzarsi delle politiche legate ai gruppi etnici: «Quello che abbiamo è un problema di tribalismo», ha detto. «Non possiamo raggiungere i nostri obbiettivi se continuiamo a perseguire politiche tribalistiche», ha detto ancora il leader appartenente al gruppo etnico Kikuyu mentre il capo dell'opposizione, Raila Odinga, è un Luo.

«Siamo in un momento molto difficile e tuttavia dobbiamo passare sopra i richiami etnici e politici al conflitto. Abbracciamo il dialogo nella responsabilità politica di guidare il Paese in avanti. Ancora una volta sollecitiamo tutti i cittadini a unirsi a noi per pregare intensamente per il nostro Paese», è l'appello lanciato dai vescovi del Kenya.


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