venerdì 23 novembre 2018
La volontaria è stata rapita martedì sera. I fermati avrebbero contatti con il commando che ha fatto irruzione nel villaggio di Chakama. Sfuma la pista fondamentalista, si indaga su criminalità comune
Silvia Costanza Romano, 23 anni, in una immagine tratta dal suo profilo Facebook

Silvia Costanza Romano, 23 anni, in una immagine tratta dal suo profilo Facebook

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Altri tre sospettati sono stati arrestati dalla polizia kenyota in relazione al rapimento della cooperante italiana Silvia Costanza Romano. Ne ha dato notizia il capo della polizia Joseph K. Boinnet. «Ci hanno fornito informazioni molto importanti, siamo ottimisti» ha aggiunto. Con gli arresti di oggi salgono a 17 le persone fermate e interrogate dalla polizia.

Giovedì erano infatti state arrestate 14 persone per il rapimento di Silvia. Gli uomini fermati non farebbero parte del commando di otto persone che, secondo le ricostruzioni, ha prelevato la giovane volontaria martedì sera dopo aver fatto una incursione armata nel villaggio. Secondo testimonianze locali gli arrestati potrebbero aver avuto contatti con il gruppo di sequestratori. Per questo motivo i residenti del villaggio di Chakama, dove è avvenuto il sequestro, sono andati a caccia dei possibili sequestratori e avrebbero tentato di linciare i sospetti. Sembra tramontare l'ipotesi che il sequestro sia opera dei fondamentalisti di al Shabaab, mentre le indagini degli inquirenti locali sono ora concentrati principalmente sulla criminalità comune. Tuttavia la criminalità comune in passato ha venduto gli ostaggi ai fondamentalisti, mentre le autorità hanno difficoltà ad ammettere che i gruppi fondamentalisti hanno il controllo del territorio.

EDITORIALE Almeno tacete di Andrea Lavazza

Il rapimento martedì sera

Martedì sera uomini armati hanno rapito la volontaria italiana di 23 anni in un villaggio sulla costa del Kenya. Il rapimento di Silvia Costanza Romana sarebbe avvenuto durante un attacco armato alle 20 ora locale, nella contea di Kilifi.

La polizia keniana non ha ancora stabilito le ragioni dell'attacco né l'identità degli aggressori, anche se si tratterebbe di persone di origine somala. il gruppo di uomini armati con mitragliatori AK47 ha attaccato sparando indiscriminatamente e ferendo 5 persone, tra cui due bambini, prima di rapire la volontaria italiana. La ragazza italiana lavora per la Ong Africa Milele Onlus che è una Ong di Fano, nelle Marche, da tempo attiva nella zona di Chakama con diversi progetti di volontariato.

Secondo quanto ha riferito Lilian Sora, fondatrice e presidente di Africa Milele, che ha contattato persone che abitano a Chakama, 70 chilometri da Malindi, "quattro-cinque individui armati hanno fatto esplodere un petardo e avrebbero sparato più colpi". Approfittando della confusione, sarebbero andati "direttamente nell'abitazione dove c'era Silvia, che in quel momento era da sola, perché gli altri volontari erano partiti e nei prossimi giorni sarebbero arrivati nuovi colleghi". Silvia aveva lanciato nei mesi scorsi una petizione per l’acquisto di una tanica per il recupero dell’acqua piovana dal tetto della ludoteca – pubblicizzata anche su Facebook – e la foto del suo avatar è la stessa che adesso sta circolando sui media keniani.


In passato ci sono stati rapimenti lungo la costa del Kenya, spesso da parte di gruppi islamisti somali. I sospetti si concentrano sui miliziani Shabaab, ma non c'è stata ancora alcuna rivendicazione: «Gli assalitori vestivano alla maniera somala e parlavano in somalo» ha raccontato alla Reuters un testimone scampato all'attacco.

"Si sopravvive di ciò che si riceve ma si vive di ciò che si dona". Scrive così sul suo profilo Facebook Silvia Romano, la volontaria milanese rapita in Kenya da una banda armata. La ragazza, che nonostante la giovane età aveva già esperienze di volontariato, posta abitualmente sui social foto e iniziative benefiche per i bambini africani. La 23enne aveva completato il percorso di studi in mediazione linguistica presso la scuola SSML Ciels a Milano e il giorno della laurea scriveva su Facebook: "E' il primo scalino importante ma è solo il primo di una lunga serie di sogni da realizzare". Ha inoltre una formazione come istruttrice di ginnastica, e lavora per una palestra milanese. Il suo ultimo post è del 17 novembre e la ritrae sorridente, alle spalle di una capanna di legno in un villaggio, mentre veste degli abiti tipici africani, mentre in altre foto appare mentre sale su un albero di cocco o durante un selfie con i bambini di cui si prendeva cura. "Amo piangere commuovendomi per emozioni forti, sia belle sia brutte - scrive - ma soprattutto amo reagire alle avversità. Amo stringere i denti ed essere una testa più dura della durezza della vita. Amo con profonda gratitudine l'aver avuto l'opportunità di vivere".

Picchiata e legata: «Cercavano lei»

Gli uomini armati che hanno rapito in Kenya la volontaria Silvia Costanza Romano cercavano proprio lei e l'hanno schiaffeggiata e legata, prima di portarla via. È quanto afferma un ragazzo che sostiene di essere testimone oculare del rapimento, Ronald Kazungu Ngala, 19 anni. Il giovane è uno dei ragazzi la cui istruzione è sostenuta dalla onlus per cui lavora la ragazza italiana ed era nell'ufficio dell'organizzazione, quando ha sentito gli spari provenienti dall'esterno, che hanno fatto fuggire o nascondere tutti quelli che si trovavano nell'area commerciale. La banda ha quindi fatto irruzione nell'ufficio con fucili e machete, intimando che fosse loro detto dov'era la donna bianca. "Ho detto loro che se ne era andata - racconta - ma non mi hanno creduto e si sono precipitati nella stanza, dove l'hanno trovata".

Ngala dice di averli seguiti e aver sentito uno di loro chiedere a un altro "se fosse lei". Quando gli è stata data una risposta affermativa, l'ha "schiaffeggiata duramente finché Silvia è caduta". "Ronald, per favore, per favore! Ronald, per favore aiutami", avrebbe detto la giovane, secondo Ngala. "Ho provato a respingere un uomo che la teneva giù per legarle le mani dietro la schiena - dice ancora il ragazzo – ma qualcuno mi ha colpito in testa con un bastone e ho quasi perso i sensi. Lei mi ha detto di mettermi in salvo e sono fuggito". Due degli uomini armati che erano fuori dalla stanza avrebbero quindi sparato a delle persone presenti. Secondo Ngala, i rapitori hanno portato la giovane attraverso il fiume Galana.

Aperta un'inchiesta

"Mando i miei cari saluti alla famiglia di Silvia Costanza, rapita in Kenya. È un fatto che mi rattrista molto. Rappresenta il meglio della nostra società perché appartiene a quelle persone che decidono di passare un periodo in zone di conflitto contribuendo a costruire una società dell'empatia". Così Emanuela Claudia del Re, viceministro degli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re, sul sequestro della volontaria italiana. L'unità di Crisi della Farnesina si è immediatamente attivata e lavora in stretto contatto con l'Ambasciata d'Italia a Nairobi e con la famiglia della cooperante. "Ci stiamo lavorando, fatemi dire il meno possibile", ha detto da parte sua il ministro dell'Interno Matteo Salvini al termine di un'audizione al Copasir. La procura di Roma ha intanto aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di terrorismo. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Sergio Colaiocco. Della vicenda si occupa il Ros dei carabinieri che, su delega della procura, è in contatto con le autorità del Kenya per uno scambio di informazioni.


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