lunedì 24 aprile 2017
Le hanno sparato, probabilmente dei pastori che avevano invaso le sue terre, nella tenuta della donna a 300 chilometri da Nairobi. E' stata ribattezzata la “Karen Blixen italiana”
Kuki Gallmann: la scrittrice nata a Treviso quasi 74 anni fa, vive in Kenya ormai da 45 anni (Ansa)

Kuki Gallmann: la scrittrice nata a Treviso quasi 74 anni fa, vive in Kenya ormai da 45 anni (Ansa)

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Una tragedia annunciata, come dice il Wwf. Più volte,da quando ha cominciato a battersi per i diritti degli animali nella sua Africa, Kuki Gallmann, scrittrice nata a Treviso quasi 74 anni fa, ma trasferitasi in Kenya ormai da 45 anni, è scampata alla morte. Questa volta ci è andata davvero vicina: è stata ferita gravemente domenica a colpi di arma da fuoco nel suo ranch, a circa 300 chilometri da Nairobi, presumibilmente da un gruppo di pastori che hanno invaso la sua tenuta in cerca di pascoli per salvare i loro animali dalla siccità, che sta mettendo in ginocchio quell'area dell'Africa. Eppure la Gallmann, non a caso ribattezzata la “Karen Blixen italiana”, ad abbandonare quel Paese non ci pensa proprio. Non solo ha giurato di non lasciarlo mai sulla tomba del secondo marito Paolo, morto in un incidente stradale nel 1980, e del figlio Emanuele, avvelenato dal morso di un serpente nel 1983, ma ne è rimasta talmente stregata a 29 anni da averne fatto il centro di ogni suo interesse e ogni sua battaglia.

Dai romanzi al film

Un amore, per quella terra rossa e quella popolazione che la accolta come una sorella, descritto nel romanzo autobiografico “Sognavo l'Africa”, il suo più grande successo, pubblicato da Mondadori nel 1991 e diventato poi un film con Kim Basinger. In quelle pagine emerge tutta la passione il Kenya, che continua ancora oggi nonostante lì abbia perso gli affetti più cari. Gallmann, secondo le prime informazioni, stava pattugliando il ranch insieme al suo autista quando è stata raggiunta da un colpo allo stomaco. L'autista l'ha portata all'aeroporto di Laikipia, dove è stata trasferita su un aereoe portata a Nairobi. Il vice presidente dell'associazione dei contadini di Laikipia, Richard Constant, ha detto che probabilmente a sparare sono stati i pastori della comunità di Pokot che già in passato erano entrati illegalmente nella tenuta della scrittrice. Il mese scorso, ad esempio, era stata la figlia Sveva di 37 anni, nata cinque mesi dopo la morte del padre, ad essere presa di mira da colpi di arma da fuoco, ma si era salvata. Poco prima un lodge di lusso per i turisti a Mukutan, di proprietà della scrittrice, era stato completamente distrutto. Era stata l'autrice stessa a denunciare, in diverse interviste e appelli, la situazione di grave pericolo nella quale si trovavano lei e la figlia, nella tenuta di 400mila metri quadrati vicino alla Rift Valley, dove sono impiegati circa 250 dipendenti. Dopo gli ultimi assalti dei pastori, la zona era stata messa sotto sorveglianza dalla polizia kenyota, ma neanche questo evidentemente è bastato a fermare la furia delle tribù, affamate dalla carestia e armate dalle fazioni criminali di Sudan e Somalia. Non solo.

La Gallmann Memorial Foundation

Gallmann è presa di mira dai bracconieri che non sopportano la sua decennale battaglia per salvare gli elefanti. Proprio per salvarli ha fondato la Gallmann Memorial Foundation, che si batte in giro per il mondo per fermare il commercio dell'avorio. L'autrice ha dato vita a diverse altre iniziative umanitarie e scientifiche, intervallandole con la scrittura di libri in lingua inglese come “Notti africane” del 1994, “Il colore del vento” del 1995, “La notte dei leoni” del 1998 e “Elefanti in giardino” del 2001.

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