venerdì 21 dicembre 2018
La decisione, riferisce il New York Times, presa assieme a quella sul disimpegno dalla Siria. Il segretario alla Difesa: «Meglio fare un passo indietro». Kabul: nessuna ripercussione sulla sicurezza
Il presidente Usa Donald Trump con il segretario alla Difesa James Mattis (Epa)

Il presidente Usa Donald Trump con il segretario alla Difesa James Mattis (Epa)

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dopo l'annuncio del ritiro della Siria, ha deciso il ritiro di circa 7.000 soldati americani dall'Afghanistan, circa la metà di quelli attualmente di stanza nel Paese. Lo riferiscono i media statunitensi. Secondo quanto riferito dal New York Times da un funzionario della Difesa, la decisione è stata presa nello stesso momento in cui ha ha stabilito di ritirare le forze americane dalla Siria. Secondo fonti citate dal Wall Street Journal, le truppe torneranno dall'Afghanistan "nelle prossime settimane" in una prima fase di un ritiro che potrebbe richiedere mesi.

Il capo del Pentagono Jim Mattis ha annunciato le proprie dimissioni e lascerà l'incarico di segretario alla Difesa entro fine febbraio. "Poiché ha il diritto di avere un segretario della Difesa le cui vedute siano meglio allineate con le sue, su queste e altre materie, credo sia meglio per me fare un passo indietro", ha scritto Mattis nella lettera di dimissioni consegnata alla Casa Bianca. Mattis ha accennato ai disaccordi con il presidente sottolineando che gli alleati degli Stati Uniti dovrebbero essere valutati e rispettati e che dovrebbe esserci un "approccio non ambiguo" ad avversari come la Cina e la Russia. "Una convinzione fondamentale che ho sempre sostenuto è che la nostra forza come nazione è inestricabilmente legata alla forza del nostro sistema unico e completo di alleanze e partnership", ha detto riferendosi alla coalizione di 74 nazioni che combatte lo Stato islamico in Siria e Iraq.

Il ritiro di "qualche migliaio di soldati" dall'Afghanistan "non avrà ripercussioni sulla sicurezza" nel Paese. È quanto sostiene un portavoce del presidente afghano Ashraf Ghani. "Se le poche migliaia di truppe impegnate per la consulenza, l'addestramento e l'assistenza lasceranno il Paese non ci saranno ripercussioni per la sicurezza - scrive su Twitter il portavoce Haroon Chakhansuri - Da quattro anni e mezzo la nostra sicurezza è solo nelle mani degli afghani e l'obiettivo ultimo è che le forze di sicurezza afghane agiscano da sole per proteggere e difendere il territorio". Il riferimento è al processo di transizione che, iniziato nel 2011, ha gradualmente consegnato il controllo della sicurezza in tutto il Paese alle forze afghane. "Le nostre forze armate sono cresciute giorno dopo giorno e cresceranno ancora", rivendica il portavoce. Per Zahir Azimi, portavoce del ministero della Difesa di Kabul citato dall'agenzia di stampa Dpa, un ritiro potrebbe incidere sulle capacità delle forze afghane di effettuare operazioni notturne.

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