lunedì 1 aprile 2024
Colpito il consolato di Teheran, ucciso capo dei Pasdaran. Almeno 11 le vittime. Il presidente Raisi: «Crimine codardo». E Pechino: «Evitare l'escalation di tensioni»
Le macerie del palazzo distrutto dal raid di Israele a Damasco

Le macerie del palazzo distrutto dal raid di Israele a Damasco - Ansa

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I tank dell’esercito israeliano, coperti dal lancio di granate, hanno lasciato lunedì mattina l’ospedale di al-Shifa a Gaza. Una manovra di alleggerimento, poteva sembrare. Ma a metà pomeriggio, un raid aereo di Israele sul consolato iraniano a Damasco ha ucciso almeno undici persone, tra cui i generali Muhamad Reza Zahedi e Muhamad Hadi Haj Rahimi, e cinque consiglieri militari.

L’esercito israeliano si è rifiutato di commentare la notizia. Nonostante i reiterati appelli per un cessate il fuoco immediato, il bombardamento in Siria segna una nuova escalation con l’Iran: provocazione che potrebbe preludere all’apertura di un secondo fronte a Nord con il Libano. La risposta all'attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco «sarà dura» ha affermato, secondo quanto riferisce l'emittente "Al Jazeera", l'ambasciatore iraniano a Damasco, Hossein Akbari. «Risponderemo all'attacco nello stesso modo, al momento giusto e nel luogo giusto», ha spiegato. E lo stesso presidente iraniano Ebrahim Raisi ha poi confermato che «il crimine codardo non rimarrà senza risposta». «Dopo ripetute sconfitte e fallimenti davanti alla fede e la volontà dei combattenti del Fronte della Resistenza, il regime sionista ha messi in agenda gli omicidi ciechi», ha detto Raisi sul sito web del suo ufficio.

«Prendere di mira il consolato iraniano è una violazione delle norme internazionali e Israele dovrà sopportarne le ripercussioni», ha aggiunto dal canto suo il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian. «La comunità internazionale deve prendere una posizione ferma contro tali atti criminali. Un messaggio importante è stato inviato al governo americano, in quanto sostenitore del regime sionista. L'America deve essere ritenuta responsabile dell'attacco». Ma gli Stati Uniti hanno subito comunicato all'Iran di «non essere coinvolti» né di essere stati precedentemente a conoscenza dell'attacco. Lo riferisce il sito d'informazione "Axios", che cita un funzionario statunitense anonimo. Secondo la fonte, l'amministrazione Biden teme che l'attacco sferrato da Israele possa causare una escalation regionale del conflitto in corso a Gaza, e una ripresa degli attacchi delle milizie iraniane contro le forze Usa di stanza nella regione.

E anche la Cina ha condannato gli attacchi aerei israeliani, esprimendo contrarietà verso «qualsiasi azione che porti ad un'escalation delle tensioni». Pechino «condanna l'attacco», ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin nel corso del briefing quotidiano, aggiungendo che «la sicurezza delle sedi diplomatiche non può essere violata e la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale della Siria devono essere rispettate».


Fumo sale dalle macerie del palazzo distrutto dal raid di Israele a Damasco

Fumo sale dalle macerie del palazzo distrutto dal raid di Israele a Damasco - Reuters

In mattinata a Gaza si era concluso il ritiro israeliano da al-Shifa, la più grande struttura sanitaria della città. Dopo due settimane di operazioni militari di Tel Aviv, il direttore Marwan Abu Saada ha detto che la struttura è «completamente fuori servizio». La battaglia, precisa la Sanità della Striscia controllata da Hamas, ha lasciato sul terreno, dentro e intorno all’ospedale, «decine di corpi di martiri». Per Hamas sono più di 400 le vittime: l’esercito, denunciano i fondamentalisti, ha trasformato la struttura sanitaria in una «fossa comune» in quello che definiscono un «crimine contro l’umanità». Tsahal, dal suo canto, ha fatto sapere di aver catturato durante l'operazione – avviata il 18 marzo – 900 sospetti (più di 500 sarebbero «terroristi»), e di aver ucciso più di 200 uomini armati tra cui comandanti di Hamas e della Jihad islamica. Netanyahu – che sarà dimesso oggi dall’ospedale dopo un intervento a un’ernia – ha invece salutato l’operazione ad al-Shifa come un successo, grazie a raid «precisi e chirurgici».
Dopo 48 ore di trattative sul rilascio degli ostaggi, una delegazione israeliana ha lasciato il Cairo con «qualche progresso». I colloqui, secondo fonti israeliane, si dovrebbero intensificare nei prossimi giorni. Inoltre delegazioni degli Usa e di Israele in videoconferenza hanno discusso proposte alternative all'invasione israeliana di Rafah.

Timidi segnali di dialogo. Sempre ieri per la prima volta su Telegram Hamas – cha ha aggiornato a 32.845 il bilancio delle vittime nella Striscia, più di 75mila i feriti – si è scusata con gli abitanti di Gaza: la popolazione è «esausta» ed Hamas ha affermato di essere in contatto con «tutte le componenti» della società (altri gruppi armati, comitati popolari e famiglie) per cercare di «risolvere i problemi causati dall’occupazione». Timidi segnali di dialogo come azzerati dal bombardamento su Damasco: il palazzo colpito era vicino alla sede dell'ambasciata di Teheran è stato completamente distrutto. «Numerose le vittime» fa sapere l’Osservatorio siriano per i diritti umani, illeso l’ambasciatore Hossein Akbari e la sua famiglia. Infine Il parlamento israeliano ha approvato la legge che permette di chiudere un'emittente straniera in Israele che danneggia la sicurezza dello stato: nel mirino c'e' la tv del Qatar al-Jazeera. E Teheran promette una "dura risposta".

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