martedì 17 ottobre 2023
Resta chiuso il valico di Rafah. L'Oms: a Gaza presto finirà l'acqua, si rischia un'emergenza sanitaria. Allertati 2mila soldati Usa per un eventuale dispiegamento nella regione
Una bimba estratta dalle macerie nel campo profughi di Rafah, il 17 ottobre. Il valico con l'Egitto resta chiuso a causa dei bombardamenti

Una bimba estratta dalle macerie nel campo profughi di Rafah, il 17 ottobre. Il valico con l'Egitto resta chiuso a causa dei bombardamenti - Ansa

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Mentre proseguono i raid israeliani sulla Striscia di Gaza e l'esodo degli sfollati verso il valico di Rafah chiuso, cresce la tensione sul fronte nord al confine tra lo Stato ebraico e il Libano dove 4 persone sono state uccise lungo la Linea Blu di demarcazione con Israele presa di mira dall'artiglieria dello Stato ebraico. Lo riferisce la Croce Rossa libanese che ha inviato sul posto squadre mediche per recuperare i corpi, nei pressi della località frontaliera di Alma Shaab. Hezbollah conferma la morte di 4 miliziani.

Questa mattina l'esercito israeliano ha ordinato ai residenti di Metula e Kiryat, nell'Alta Galilea, di entrare nei rifugi dopo che missili anticarro lanciati da Hezbollah sono esplosi nei pressi di Metula provocando tre feriti. Nella notte era stata sventata un'infiltrazione armata. In giornata altri due missili anticarro sono caduti vicino al kibbutz Yiftah, accompagnati da spari verso postazioni militari israeliane sul confine. L'esercito ha attaccato con l'artiglieria siti militari di Hezbollah dall'altra parte della frontiera.

"Al nostro confine nord siamo in massima allerta" sottolinea il portavoce militare israeliano Daniel Hagari. "Nella misura in cui gli Hezbollah compiranno un grave errore reagiremo con una potenza molto elevata. Lo Stato del Libano deve chiedersi se è disposto a mettere in pericolo il Paese per i terroristi dell'Isis a Gaza".

Biden domani in Israele. Vertice con al-Sisi e Abu Mazen in Giordania

Per domani, mercoledì, è atteso l'arrivo del presidente americano Joe Biden in Israele. Dopo due visite del segretario di Stato Antony Blinken e del segretario alla Difesa Lloyd Austin, Biden sbarca in Medio Oriente, nel dodicesimo giorno di guerra tra Israele e Hamas. Se da un lato porterà a Tel Aviv pieno sostegno, dall'altro farà pressione sul governo di Benjamin Nethanyau perché consenta l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia. Secondo il New York Times, l'arrivo del capo della Casa Bianca ritarderà di almeno 24 ore l'annunciata offensiva di terra.

Nella stessa giornata Biden volerà in Giordania per un vertice a quattro con il re Abdullah e i presidenti egiziano Abdel Fattah al-Sisi e palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen). All'ordine del giorno le ripercussioni della guerra nella regione e la ricerca di una soluzione politica.

Il Pentagono ha annunciato che 2.000 soldati sono stati messi in stato di allerta per un eventuale dispiegamento nella regione. La Cnn rivela che altre due unità della Marina Usa sono dirette nell'area: si tratta della nave d'assalto anfibia USS Bataan e della nave da sbarco anfibia USS Carter Hall, che possono lanciare moto d'acqua per traghettare le persone dalla riva alle navi.

Oggi iI Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres dovrebbe incontrare al Cairo il presidente al-Sisi: al centro del colloquio la situazione della popolazione nella Striscia di Gaza.

L'Oms: Gaza presto senz'acqua, rischio emergenza sanitaria

Nella Striscia di Gaza la situazione resta drammatica: ci sono due milioni di palestinesi sotto i bombardamenti, con le scorte di acqua, cibo e medicinali in esaurimento. Almeno 2.808 persone sono state uccise e 10.850 ferite da quando Israele ha lanciato i raid, afferma il ministero della Sanità di Gaza. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) avverte che Gaza si trova ad affrontare un'imminente crisi sanitaria pubblica poiché l'enclave "sta per restare senza acqua". L'agenzia delle Nazioni Unite afferma che la vita di oltre 3.500 pazienti in 35 ospedali di Gaza è a rischio immediato e chiede il libero accesso degli aiuti umanitari all'enclave.

Dall'area di Gaza City, nel Nord, sono partite circa 600mila persone, dopo gli avvertimenti lanciati venerdì dall'esercito israeliano, mentre altre 100mila sono rimaste. In mano ad Hamas, conferma l'esercito israeliano, ci sono 199 ostaggi. Cifra che un portavoce di Hamas rilancia a "circa 200-250". Per la loro liberazione l'organizzazione terroristica ha chiesto il rilascio di "6.000 prigionieri uomini e donne dalle carceri israeliane".

L'esercito: il video dell'ostaggio è terrorismo psicologico

"Non sapevo se fosse viva o morta, ora ho la prova che è viva" anche se "spaventata e sofferente". Si riaccende la speranza della madre di Maya Shem, la ragazza franco-israeliana di cui Hamas ha diffuso ieri un video. "Prego il mondo di riportare la mia bambina a casa, era solo andata a una festa. Non è la sola, questo è un crimine di guerra" ha detto in una conferenza stampa Keren Sherf Shem. Ha anche aggiunto: "Ho fiducia nel fatto che Israele farà tutto quello che può per riportare a casa tutti i nostri figli".

Il portavoce dell'esercito, Daniel Hagari, bolla il video come "terrorismo psicologico". "Prevediamo che ci saranno altri filmati, e siamo determinati a combattere contro questo genere di guerra'', aggiunge. E riferendosi alle immagini in cui la giovane appare bendata: ''Hamas cerca di presentarsi come un'organizzazione umana, mentre ha compiuto crimini atroci". Hamas ''ha infierito contro gli stessi abitanti di Gaza, rubando combustibile e scorte di cibo e chiudendoli nel nord della Striscia".

La madre di Maya Shem, la ragazza in ostaggio di cui Hamas ha rilasciato un video, in conferenza stampa mostra la foto della figlia

La madre di Maya Shem, la ragazza in ostaggio di cui Hamas ha rilasciato un video, in conferenza stampa mostra la foto della figlia - Ansa

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