mercoledì 31 gennaio 2018
Da febbraio a luglio è spagnola, il resto dell'anno è francese. L'altalena dei Fagiani va avanti da oltre 350 anni quando Madrid e Parigi siglarono là la pace dei Pirenei
L'isola dei Fagiani sul fiume Bidasoa

L'isola dei Fagiani sul fiume Bidasoa

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Oggi, la Francia consegnerà 3mila metri quadrati del proprio territorio alla Spagna. Questa lo custodirà e amministrerà nei prossimi sei mesi. Per poi restituirlo, ad agosto, a Parigi. L’altalena dell’isola dei Fagiani – poco più di uno scoglio nel fiume Bidasoa che taglia in due il Paese Basco - va avanti, in modo assolutamente pacifico, da oltre 350 anni. Ovvero dal 1659 quando in questo isolotto, per tre mesi, spagnoli e francesi negoziarono la fine di una guerra pluridecennale. Una delle clausole della “pace dei Pirenei” fu la sovranità condivisa del fazzoletto di terra, lungo duecento metri e largo quaranta. Dal primo febbraio al 31 luglio sarebbe stato spagnolo, per il resto dell’anno, francese.

Durante ciascun semestre, l'isola dei Fagiani è amministrata, rispettivamente, dal comandante navale di San Sebastián e dall’omologo di Bayona. In realtà, però, della sua gestione ordinaria si occupano i sindaci di Irún e Hendaya. I due si riuniscono più o meno una volta al mese per discutere le uniche due questioni di interesse: la qualità dell’acqua e i diritti di pesca, date le frequenti scaramucce fra i pescatori delle due nazioni. Per il resto, l’isola non è una priorità per nessuna delle metà dei Paesi Baschi. La neve che arriva sul fiume dai Pirenei ne ha divorato quasi metà della superficie. Né Francia né Spagna, però, vogliono spendere per mettere riparo all’erosione. Nei prossimi decenni, dunque, potrebbe non esserci più niente da rimpallarsi.

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