martedì 6 aprile 2010
Una raffica di attentati ha messo a ferro e fuoco la capitale irachena. È il secondo bagno di sangue in cinque giorni. La serie di esplosioni, causate da autombombe e kamikaze, ha distrutto sette edifici residenziali in quartieri prevalentemente abitati da sciiti. E il bilancio potrebbe peggiorare perchè le squadre di soccorso hanno continuato per ore a cercare le vittime sotto le macerie.
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Una raffica di attentati ha messo a ferro e fuoco Baghdad causando la morte di almeno 35 persone, secondo bagno di sangue in cinque giorni. La serie di esplosioni, causate da autombombe e kamikaze, ha distrutto sette edifici residenziali in quartieri prevalentemente abitati da sciiti. E il bilancio potrebbe peggiorare perchè le squadre di soccorso hanno continuato per ore a cercare le vittime sotto le macerie. Colpiti cinque quartieri della capitale, Shula e Chukook, l'area di al-Shurta al-Rabaa, il distretto di Alawi e al-Salihiya; e secondo un portavoce delle forze di sicurezza, il generale Qassim Atta, quattro delle bombe sono esplose all'interno degli edifici. Nel quartiere di Alawi uno degli edifici crollati ospitava appartamenti al piano soprastante e negozi al pianterreno. Due bombe hanno colpito anche al-Shurta al-Rabaa, mentre un'altra è scoppiata a Chukook, che ospita un campo accoglienza di sfollati interni.La nuova ondata di violenza arriva mentre, all'indomani di un voto che non ha visto un vincitore netto, non è chiaro chi formerà il nuovo governo ed è probabile che le trattative andranno avanti per mesi; e segue di due giorni gli attacchi coordinati alle ambasciate iraniana ed egiziana, costati la vita a una quarantina di persone. Il ministero degli Esteri, Hoshyar Zebari, che domenica aveva detto che gli attentati portavano la firma di al Qaeda, ha attribuito i nuovi attacchi a gruppi che vogliono far arenare la formazione del nuovo governo. «È un attacco politico, che punta a far deragliare il processo, mandando il messaggio che i terroristi sono ancora al lavoro. Nel vuoto di potere, vogliono mandare quel messaggio».Le elezioni del 7 marzo sembrano dunque aver aumentato la violenza, confermando come il Paese continua ad essere spaccato. La lista sciIta "Alleanza per lo Stato di diritto" del primo ministro uscente Nuri al-Maliki ha ha ottenuto 89 seggi in Parlamento, due meno del Blocco Iracheno, la lista laica dell'ex primo ministro iracheno Iyad Allawi. L'ex premier ha già accusato l'Iran di lavorare per evitare che torni di nuovo a guidare il governo. E sicuramente il protrarsi del negoziato darà alla guerriglia un'opportunità ulteriore per cercare di destabilizzare il Paese.
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