lunedì 20 luglio 2009
Il gruppo di leader riformisti, guidato dall'ex presidente Mohammad Khatami, appoggia Rafsanjani e chiede una consultazione popolare per legittimare l'elezione di Ahmadinejad. La guida suprema dell'Iran attacca i media occidentali: «Interferenze».
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Un referendum per decidere sulla legittimità della rielezione di Mahmud Ahmadinejad. A chiederlo è un gruppo di leader riformisti della repubblica islamica guidati dall'ex presidente Mohammad Khatami, dopo le proteste di piazza per i presunti brogli nelle presidenziali del 12 giugno. Non è chiaro quali quesiti dovrebbero essere sottoposti ai partecipanti, ma nella nota dell'Associazione dei religiosi combattenti si legge che "milioni di iraniani hanno perso la fiducia nel processo elettorale". L'associazione, che ha chiesto l'intervento di "organismi indipendenti", ha anche dato il proprio appoggio ad Hashemi Rafsanjani, l'ayatollah ed ex presidente che aveva duramente criticato il regime nella preghiera di venerdì scorso. Khamenei accusa ancora i Paesi occidentali. Il leader dell'opposizione Mir Hossein Moussavi, intanto, ha ribadito che "i prigionieri devono essere rilasciati. La loro detenzione non serve". In base alla costituzione iraniana è la Guida Suprema a indire il referendum. E proprio la Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha accusato i nemici stranieri della repubblica islamica di fomentare le proteste e i disordini. "L'interferenza dei Paesi stranieri e in particolare dei loro media è chiara e la loro pretesa che non stiano interferendo negli affari interni iraniani va a loro disonore", ha dichiarato Khamenei in un discorso agli alti funzionari del Paese di cui ha dato notizia la tv di Stato. "Chiunque guidi la nostra società verso l'insicurezza sarà detestato, a prescindere dal suo ruolo o titolo", ha avvertito Khamenei. "I nostri leader devono essere vigili, qualsiasi parola o azione che aiuti i nemici è contraria all'interesse del nostro popolo".Giallo sulle dimissioni di Rahim-Mashaie. Intanto è giallo sulle dimissioni di Esfandiar Rahim-Mashaie, il controverso primo vice presidente nominato da Ahmadinejad. Dopo che era stata data notizia di una sua rinuncia all'incarico, è arrivata la smentita dello stesso Rahim-Mashaie. "È una bugia, è una voce diffusa con un'azione coordinata da malintenzionati che vogliono rovinare l'immagine del governo", ha dichiarato alla PressTv, la stessa emittente che aveva riferito delle sue presunte dimissioni. Il sito presidenziale, peraltro, non ha mai rimosso la foto di Mashaie e il consigliere stampa del presidente Ahmadinejad ha denunciato le pressioni arrivate dai settori più oltranzisti perchè rinunci all'incarico. La scelta di Ahmadinejad di affidare al consuocero (il figlio del presidente ha sposato la figlia di Mashaie) la poltrona di primo vice presidente era stata criticata negli ambienti più conservatori. In particolare a Mashaie viene rimproverata una dichiarazione dell'anno scorso quando sostenne che la repubblica islamica può essere amica del popolo israeliano. Mashaie è stato il responsabile dell'organizzazione statale per il patrimonio culturale e il turismo. 
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