giovedì 24 settembre 2009
Il Consiglio di sicurezza compatto nel voto sulla risoluzione per il disarmo atomico. «Boicottato» il leader iraniano Ahmadinejad, che durante il suo intervento parla di politiche inumane dello stato ebraico e di una «minoranza che domina la politica e l'economia mondiali». Molti rappresentanti hanno abbandonato l'aula.
COMMENTA E CONDIVIDI
Approvata all'unanimità dal Consiglio di sicurezza dell'Onu la risoluzione che indica come obiettivo un pianeta senza armi nucleari. La risoluzione chiede la fine della proliferazione delle armi atomiche e chiede ai Paesi firmatari del Trattato di Non Proliferazione nucleare (Tnp) di mantenere il loro impegno a non sviluppare armi atomiche. Il documento esorta gli stati che non hanno firmato in Tnp a partecipare allo sforzo per giungere al disarmo. La risoluzione non menziona Paesi specifici, ma è un riferimento a India e Pakistan (mentre Israele non ha mai ammesso ufficialmente di avere ordigni atomici). La risoluzione, senza nominare direttamente Iran e Corea del Nord, menziona anche le "grandi sfide esistenti al regime di non proliferazione nucleare".Ahmadinejad «boicottato». Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha attaccato duramente Israele all'Onu provocando una clamorosa protesta di numerose delegazioni occidentali: diplomatici di numerosi paesi - tra questi gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, l'Italia e il Canada - hanno lasciato l'aula quando ha accusato lo Stato ebraico di «politiche inumane contro i palestinesi» e ha paralto di una minoranza che domina la politica e l'economia mondiali. La delegazione israeliana aveva deciso di boicottare in partenza il discorso del leader iraniano, ma altri diplomatici hanno voluto manifestare in modo ancora più tangibile il loro dissenso contro quelal che hanno definito la "odiosa e offensiva retorica antisemita" del leader di Teheran. Ahmadinejad ha parlato così in un'aula semivuota che via via diventava sempre più vuota. È stato prodigo di critiche a tutto campo all'Occidente, affermando che non è possibile che «una piccola minoranza» domini la politica, l'economia e la cultura mondiale, e ha difeso il controverso voto dello scorso giugno che lo ha riportato al potere: le elezioni in Iran sono state «gloriose e pienamente democratiche» e hanno aperto «un nuovo capitolo» per il suo Paese. Ahmadinejad aveva cominciato a parlare dopo le 19 ora di New York (l'1 di oggi in Italia), in grave ritardo rispetto al programma della prima giornata di lavoro dell'Assemblea Generale a causa del leader libico Muammar Gheddafi, che in inizio di mattinata per un'ora e mezzo a fatto il suo discorso fiume. Anche il presidente iraniano ha parlato a ruota libera. Ha detto che forze straniere spargono «guerra, sangue, aggressione, terrore e intimidazione in Iraq e Afghanistan». Ma nel discorso all'Assemblea Generale, mentre era da poco terminata una riunione ministeriale del gruppo Cinque più Uno per le trattative sulle ambizioni atomiche del suo paese, non ha fatto menzione del dossier nucleare per cui Teheran è a rischio imminente di nuove sanzioni.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: