martedì 9 febbraio 2010
Il viceministro degli esteri russo Sergei Ryabkov: situazione cambiata.  Ieri Gli scienziati iraniani hanno iniziato, nell'impianto di Natanz, il processo di arricchimento dell'uranio al 20 per cento.
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    La Russia ha fatto sapere oggi che le sanzioni contro l'Iran sono diventate «più rilevanti» dopo che Teheran ha cominciato il processo di arricchimento dell'uranio. Lo ha detto il vice-ministro degli Esteri russo all'agenzia stampa Interfax. Il vice-ministro Sergei Ryabkov ha anche detto che le potenze occidentali stanno tentando di fare pressioni sulla Russia affinché appoggi ulteriori sanzioni nei confronti dell'Iran.Gli scienziati iraniani hanno iniziato, nell'impianto di Natanz, il processo di arricchimento dell'uranio al 20 per cento. La notizia è stata confermata ufficialmente dal capo del programma nucleare iraniano, AliAkbar Salehi. Il processo è iniziato di prima mattina, alla presenza di ispettori internazionali. La decisione di produrre combustibnile nucleare era stata annunciata domenica scorsa dal presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, dopo mesi di fruttuosi negoziati con L'Occidente, che avevano moltiplicato i sospetti sul programma nucleare dell'Iran. E il passo odierno arriva mentre le potenze occidentali accelerano sul fronte delle sanzioni, nel timore che Teheran possa arrivare presto all'arma atomica. Arricchire l'uranio al 20 per cento è un passo tecnologico importante: finora l'Iran non aveva mai superato il tetto del 3,5 per cento, più che sufficiente per alimentare un programma nucleare civile. Le8.692 centrifughe concentrate nel sotterraneo di Natanz, l'impianto di arricchimento nel deserto alle porte di Teheran, non avevano mai superato questo livello, nonostante gli ispettori dell'Aiea si fossero praticamente convinti che esistesse un altro sito dedicato all'arricchimento dell'uranio. Anche simbolicamente dunque l'evento è importante. Sette anni di scontro aperto con le potenze occidentali e tre ondate di sanzioni imposte dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu non sono riusciti a fermare la corsa degli scienziati iraniani che ora, a detta degli esperti, dispongono di competenze tecniche per produrre testate nucleari.Con il via all'arricchimento al 20% si allontana l'ipotesi di un accordo sullo scambio di combustibile nucleare, come aveva fatto sapere lunedì la stessa Aiea. In sostanza l'Iran avrebbe dovuto impegnarsi a trasferire all'estero per il ricondizionamento "civile" tutto il suo stock di uranio a basso arricchimento, cioè 1.700 chilogrammi, in cambio di una fornitura di uranio arricchito al 20 per cento per alimentareil suo reattore di ricerca a Teheran, prezioso per la produzione di isotopi nella lotta contro il cancro. Ma quando ha capito che i suoi scienziati  potevano arrivare da soli all'arricchimento fino al 20 per cento, il regime ha deciso che il gioco non valeva la candela.Gli Usa hanno già detto che vogliono che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si muova rapidamente verso nuove sanzioni, e ha chiesto una risoluzione "entro settimane, non mesi". Ma la Cina, che come gli Usa dispone del diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza, rimane riluttante e, subito dopo l'annuncio di Teheran, ha rilanciato la richiesta di nuovi negoziati.
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