sabato 27 giugno 2015
A Vienna il segretario americano Kerry a colloquio con il ministro degli Esteri di Teheran. ​Martedì 30 il termine per la chiusura dell'accordo.
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Sono iniziati sabato a Vienna i colloqui tra il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif sul programma nucleare della Repubblica islamica. Entro il 30 giugno il Gruppo 5+1 (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina, Russia e Germania) e l'Iran dovranno firmare l'accordo definitivo sul programma nucleare iraniano, come stabilito nell'aprile scorso. Per domenica è attesa a Vienna anche l'Alto Rappresentante Ue per la politica estera e di Sicurezza comune, Federica Mogherini. "Abbiamo molto lavoro da fare e ci sono ancora degli argomenti difficili da affrontare. Ci sarà da lavorare duramente per riuscire ad andare avanti", ha dichiarato Kerry. A frenare l'ottimismo, ostentato soprattutto dopo la dichiarazione del 2 aprile sull'intesa di raggiungere un accordo quadro, sono state soprattutto le recenti dichiarazioni della guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, che all'inizio della settimana aveva ribadito che la maggioranza delle sanzioni dovranno essere cancellate prima che Teheran smantelli le sue infrastrutture nucleari.Proprio su pressione di Khamenei, lo scorso 21 giugno il parlamento iraniano ha approvato un disegno di legge che impedisce l'ispezione dei siti militari da parte di organismi internazionali. Nei giorni scorsi il presidente iraniano, Hassan Rohani, aveva sottolineato che la squadra negoziale del paese continuerà i suoi colloqui sul nucleare con le potenze mondiali secondo le linee guida della guida suprema della Rivoluzione islamica. "Siamo alla ricerca di colloqui seri e di una buona intesa", aveva detto Rohani, ricordando il peso delle sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale all'Iran.Nei giorni scorsi dal dipartimento di Stato americano erano arrivate dichiarazioni improntate alla massima cautela che non facevano mistero della possibilità che la scadenza del 30 giugno potrebbe alla fine essere disattesa, anche se di poco.
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