lunedì 3 maggio 2021
La campagna vaccinale procede a rilento: coperto solo il 12 per cento della popolazione. E il premier Modi finisce nel mirino
India senza tregua

India senza tregua - Ansa

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A un soffio dai venti milioni di contagi, l’India fa i conti con l’onda lunga della seconda ondata di Covid. Un’onda che sembra sommergere il gigante da 1,3 miliardi di abitanti, il cui sistema sanitario appare da tempo vulnerato da problemi atavici. I decessi segnalati in un giorno sono stati 3.417, portando il totale a 218.959. Come segnalato dalla Bbc, si teme però che molte vittime sfuggano alle statistiche ufficiali. Il dato ufficiale, ad ogni modo, segnala un numero di decessi pro capite ancora molto inferiore a quello degli Stati Uniti o del Brasile, che ha contato 410mila morti con una popolazione pari a un quinto di quella indiana. L’India è il secondo Paese più colpito al mondo in termini assoluti, dietro agli Stati Uniti, ma in questo momento è quello che registra il maggior numero di nuovi contagi: per 10 giorni consecutivi, i casi giornalieri hanno superato quota 300mila. Il sistema sanitario del Paese, soprattutto nelle principali città, è sottoposto a una pressione senza precedenti; mancano posti letto e anche presidi essenziali per la cura della malattia, come l’ossigeno, la cui carenza ha causato 12 morti sabato scorso in un ospedale di New Delhi. Domenica notte altre 24 persone sono decedute in un ospedale nel Karnataka che aveva terminato l’ossigeno, anche se l’amministrazione nega che sia stata questa la ragione delle morti.
Inevitabili le pesanti ricadute politiche. Il premier Premier Narendra Modi – da molti accusato di essersi speso più nella campagna elettorale che nella lotta alla pandemia, ignorando gli appelli alla prudenza – ha subito una clamorosa sconfitta elettorale in uno Stato chiave, il Bengala occidentale. Ma non basta. Modi è finito nel mirino anche per le falle e i paradossi nella campagna vaccinale, nel Paese che di fatto è il più grande produttore mondiale di fiale. Nel Paese sono state somministrate soltanto 157 milioni di dosi, di cui 1,2 milioni nelle ultime 24 ore. Solo il 12 per cento della popolazione è stata vaccinata. Numeri che testimoniano il fallimento della campagna governativa. Il Serum Institute of India, che produce il vaccino AstraZeneca, ha accusato il governo indiano per la carenza di dosi di vaccino. Il Ceo della società, Adar Poonawalla ha dichiarato al Financial Times che inizialmente il governo di Narendra Modi si era limitato ad ordinato solo 21 milioni di dosi e un ordine più ampio non sarebbe stato effettuato fino a marzo, quando la seconda ondata della pandemia aveva già, di fatto, travolto l’India. In totale il Serum Institute of India ha confermato di aver ricevuto un ordine di circa 260 milioni di dosi. Il governo sta cercando di invertire la rotta, aprendo alla vaccinazione tutti gli adulti nel Paese, chiedendo aiuto all’esercito e convertendo 14 impianti di azoto nella produzione di ossigeno. «Un’impresa titanica», commenta il Guardian, per il gigante demografico dove soltanto una piccola parte della popolazione può permettersi l’accesso a strutture private per ottenere il siero anti-covid, ciò vuol dire che gli Stati e il governo federale avranno il compito di vaccinare 900 milioni di cittadini.
E se sono oltre 40 i Paesi che stanno inviando aiuti, tutt’altro contributo sembra arrivare dalla Cina. Un’immagine pubblicata sul popolare servizio di microblogging cinese, Weibo, da un account legato al Partito Comunista, si è fatto beffe della crisi indiana. Il post è stato cancellato, ma sono stati ripubblicati gli screenshot che mostrano due foto messe a confronto, quella del lancio di un missile in Cina e quella della cremazione di vittime del Covid in India, accompagnate dal commento: «Accendere un fuoco in Cina e accendere un fuoco in India».

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