martedì 20 gennaio 2015
​La Corte suprema indiana ha annullato la condanna all'ergastolo nei confronti di Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, detenuti dal 2010 con l'accusa di aver ucciso l'amico e compagno di viaggio Francesco Montis.
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La Corte suprema indiana ha annullato la condanna all'ergastolo nei confronti degli italiani Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, detenuti dal 2010 con l'accusa di aver ucciso l'amico e compagno di viaggio Francesco Montis. Lo conferma l'ambasciata italiana a Nuova Delhi. Al momento della sentenza l'ambasciatore italiano Daniele Mancini era presente in aula.
I due ragazzi, che si sono sempre proclamati innocenti, erano accusati di 'delitto passionale' ma il processo è stato circondato da una serie di dubbi e stranezze giudiziarie. Il movente, ad esempio, è stato definito dallo stesso giudice nella sentenza di condanna "non dimostrabile per insufficienza di prove".I due potrebbero rientrare in Italia già questo fine settimana, secondo la madre di Tomaso, Marina Maurizio. "L'ambasciatore Mancini che ha seguito la vicenda e che ringrazio immensamente li porterà da Varanasi e Delhi. Quindi farà loro i documenti. Li imbarcherà su un aereo e torneranno a casa presto, forse già entro il fine settimana",spiega.  L'odissea di Tomaso, trentenne di Albenga, ed Elisabetta, quarantenne torinese, comincia nel febbraio del 2010. I due erano in vacanza in India con Francesco Montis, 30 anni, di Terralba, provincia di Oristano, amico di Tomaso e fidanzato di Elisabetta. Il 4 febbraio il giovane sardo si sente male: gli amici chiamano immediatamente i soccorsi e contattano l'ambasciata italiana. Francesco morirà poche ore dopo.La giustizia indiana comincia a indagare, e porta in cella a Varanasi Tomaso ed Elisabetta. Secondo gli inquirenti, sul corpo di Francesco ci sarebbero dei lividi, segno di una colluttazione.
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