mercoledì 26 settembre 2018
L'Alta Corte ha ammesso la legalità di Aadhar, il più grande sistema di identificazione biometrica del mondo, pur limitandone l'utilizzo. Il codice associa la foto alle impronte digitali e dell'iride
Il fac simile del nuovo documento di identità per oltre un miliardo di indiani

Il fac simile del nuovo documento di identità per oltre un miliardo di indiani

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L'Alta Corte indiana ha riconosciuto, limitandone però l'uso, la legalità di Aadhar, il più grande sistema di identificazione biometrica del mondo. Si tratta di un codice di dodici cifre associato alla foto, alle impronte digitali e alle immagini dell'iride di oltre un miliardo e cento milioni di persone maggiorenni (il 99% della popolazione adulta). Per il governo di Nuova Delhi, Aadhar ("fondazione" in hindi) è un importante strumento di sviluppo, mentre per i suoi detrattori è un pericoloso sistema di sorveglianza di massa. Lanciato nel 2009 e basato sui dati biometrici della persona (impronte digitali, iride, ecc.), Aadhar era considerato un mezzo di identificazione per i poveri. Ma quasi un decennio dopo, la registrazione è diventata obbligatoria per accedere a molti servizi: scuole, banche, esami, telefoni cellulari. E Aadhar,
nell'era dei big data, è diventato uno strumento fondamentale e controverso per l'identificazione biometrica della popolazione indiana. Prendendo una decisione attesa da anni, un gruppo di cinque giudici della Corte Suprema ha definito il database in linea con la costituzione del Paese.

L'Alta Autorità ha riconosciuto che la carta di Aadhaar è necessaria per accedere a sovvenzioni governative o programmi sociali, tuttavia ha vietato il suo utilizzo da parte delle aziende. "I suoi benefici superano i fattori negativi", ha dichiarato il giudice della Corte suprema A. K. Sikri alla lettura del giudizio di maggioranza. Aadhar lo si ottiene volontariamente, chiedendolo in uno dei tantissimi uffici distribuiti su tutto il territorio, e permette l'accesso e la gestione di una estesa serie di servizi pubblici utili, legati alle cure mediche o all'istruzione, o alle tasse, per esempio; ma anche di effettuare dei pagamenti dal proprio conto corrente in assenza di carta di credito o simili per acquistare biglietti ferroviari o smartphone. Il sistema è al centro di discussioni e timori in India fin dalla sua nascita, sia per le implicazioni sulla privacy, sia perché rischia - pur essendo volontario e non obbligatorio - di creare delle discriminazioni tra chi è registrato e chi no nella fruizione di molti servizi pubblici e privati.

In base alla sentenza dell'Alta Corte la possibilità per gli indiani di collegare i loro conti bancari, i telefoni cellulari e altri servizi a una singola carta d'identità sono stati fortemente limitati. La Corte Suprema indiana infatti ha stabilito che alle società private non sarà permesso di accedere ai dati biometrici e demografici memorizzati sulle cosiddette "carte Aadhaar" e non sarà loro permesso di richiedere ai clienti di presentare i loro dettagli Aadhaar prima di ricevere i loro prodotti.

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