lunedì 7 giugno 2010
Condannati i dirigenti dell'azienda chimica americana Union Carbide e sette ex dipendenti indiani, per non aver impedito uno dei più gravi incidenti industriali della storia, che nel 1984 provocò la morte di migliaia di persone.
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Un tribunale indiano ha riconosciuto oggi colpevoli di negligenza l'unità locale dell'azienda chimica americana Union Carbide e sette ex dipendenti indiani, per non aver impedito uno dei più gravi incidenti industriali della storia, che nel 1984 provocò la morte di migliaia di persone.L'impianto della Union Carbide a Bhopal, nell'India centrale, rilasciò una nube di gas tossico che provocò, secondo il governo, la morte di 3.500 persone. Secondo gli attivisti, a seguito dell'incidente morirono complessivamente 25mila persone, tra i decessi immediati e quelli registrati nel corso degli anni successivi.Quella di oggi è la prima sentenza in più di 25 anni che potrebbe portare alla reclusione dei condannati fino a due anni e all'imposizione di multe, anche se gli attivisti per i diritti umani ritengono che le pene sarebbero troppo leggere.Tra i condannati, il più alto in grado è Keshub Mahindra, all'epoca dell'incidente presidente di Union Carbide India Ltd -- unità di Union Carbide -- e oggi presidente di Mahindra & Mahindra , produttrice indiana di veicoli e trattori.I condannati possono presentare ricorso, processo che India può durare anni.La sentenza ha riguardato solo i dirigenti indiani dell'ex unità locale di Union Carbide. Per la compagnia e i dirigenti stranieri, sono stati istruiti processi separati.
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