sabato 8 luglio 2023
A spaccare l'esecutivo sono state le misure che volevano limitare il numero dei richiedenti asilo e in particolare i ricongiungimenti familiari
L’esecutivo dei Paesi Bassi guidato da Mark Rutte, il quarto con lo stesso primo ministro, è caduto ieri sul tentativo di approvare alcune misure sulle migrazioni

L’esecutivo dei Paesi Bassi guidato da Mark Rutte, il quarto con lo stesso primo ministro, è caduto ieri sul tentativo di approvare alcune misure sulle migrazioni - Ansa

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È di nuovo crisi di governo in Olanda. L’esecutivo guidato da Mark Rutte, il quarto con lo stesso primo ministro, è caduto ieri sul tentativo di approvare alcune misure sulle migrazioni e l'asilo che, dopo quasi tre giorni di estenuanti trattative, ha spaccato l'alleanza che forma l'esecutivo.

La coalizione che sosteneva il quarto governo Rutte era formata dal Partito popolare per la libertà e democrazia (Vvd), di cui è membro lo stesso primo ministro, dai liberali di D66, dai cristiano democratici dell'Appello cristiano democratico (Cda) e dai calvinisti dell'Unione Cristiana (Cu). A dividere la coalizione, secondo quanto riportava il quotidiano De Telegraaf, sono state le misure che volevano limitare il numero dei richiedenti asilo e in particolare i ricongiungimenti familiari dei migranti. Sul provvedimento si sono schierati contro il Partito popolare per la libertà e democrazia dello stesso Rutte (Vvd) e i cristiano democratici del Cda, dall’altra su posizioni più aperturiste i liberali di D66 e i calvinisti della Cu.

La tensione nel governo è infatti esplosa all’inizio di questa settimana, quando il premier Rutte ha domandato sostegno alla proposta di limitare gli ingressi per i figli dei rifugiati di guerra che sono già nei Paesi Bassi e di imporre alle famiglie di aspettare almeno due anni prima di poter ottenere il ricongiungimento. Le domande per il diritto di asilo, per il terzo anno consecutivo, hanno superato le 46mila unità e, secondo le previsioni del governo, quest’anno possono superare le 70mila unità, cifra che porterebbe a superare il numero record del 2015. Inutilmente, per tutta la giornata di ieri, si è cercato di trovare l’accordo sul “pulsante di accessione e spegnimento” dei ricongiungimenti, ponendo un limite preciso. Ora è probabile, secondo la stampa, che si torni al voto nel mese di ottobre.

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