mercoledì 9 novembre 2016
Oltre al successo di Donald Trump si aggiunge la maggioranza in entrambi i rami del Congresso. Non succedeva dal 2004
I repubblicani conquistano anche Camera e Senato
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I repubblicani hanno vinto su tutti i fronti. Oltre al successo di Donald Trump, che sarà il 45° presidente degli Stati Uniti, si aggiungono quelli alla Camera, che era stata prevista, e in Senato, su cui le previsioni erano incerte. I democratici speravano di potere mantenere il controllo sul secondo ramo del Congresso, ma non ci sono riusciti.

Una situazione simile mancava ai repubblicani dalle elezioni del 2004, che segnarono la rielezione del presidente George W. Bush. Come in ogni elezione, gli elettori statunitensi hanno votato per rinnovare completamente la Camera e un terzo del Senato.

La situazione più chiara è quella alla Camera, anche se si attendono ancora i dati ufficiali definitivi: il partito repubblicano ha perso dei seggi, ma ha mantenuto un'ampia maggioranza.

Alla vigilia, i democratici speravano di riconquistare almeno il Senato. Ma anche qui, i repubblicani sono riusciti a ottenere la maggioranza: dagli attuali 54 seggi, il Grand Old Party passerà,a gennaio, a occuparne 52 o 53, nel 115° Congresso degli Stati Uniti.

Il mandato in Senato dura sei anni e, per questo, ogni due anni si rinnova solo un terzo dei senatori: quest'anno in gioco c'erano 24 seggi occupati dai repubblicani e dieci dai democratici. In Senato, siedono due rappresentanti per ogni Stato.

L'attuale Camera è composta da 247 deputati repubblicani e 188 democratici; il risultato finale dovrebbe essere di 240 repubblicani e 195 democratici, con uno spostamento dalla maggioranza alla minoranza di 7 seggi. Il mandato alla Camera dura due anni e la ripartizione dei seggi tra gli Stati è effettuata proporzionalmente in base alla popolazione: la California, per esempio, ne occupa 53; Alaska, Delaware, Montana, North Dakota, South Dakota, Vermont e Wyomingsolo uno.

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