mercoledì 24 settembre 2014
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«Non viola i princìpi della legge francese ». Il che, evidentemente, sarà vero. Perché la legge approvata dall’Assemblea nazionale, fra le polemiche, il 23 aprile 2013, con 331 voti favorevoli e 225 contrari, oltre alle nozze consente anche l’adozione alle coppie omosessuali e, seppur fatte all’estero, alcune pratiche di fecondazione assistita «non appaiono in contrasto con le leggi francesi». La Cassazione d’Oltralpe ha per questo stabilito che una donna possa adottare il figlio avuto dalla compagna appunto dopo un’inseminazione artificiale all’estero. Per la legge francese era questo più che altro a fare problema: il 'fatto all’estero'. In realtà il problema è ben altro, come dimostra il dibattito in seno alla 'gauche' sulla (mala) pratica dell’utero in affitto. Certo, una volta introdotte nozze omosessuali e adozioni, è diventato diffcile frenare anche l’adozione, da parte di una componente la coppia, della figlia ottenuta 'in qualche modo' dell’altra. Ma così, un domani, sarà sempre più difficile non riconoscere come figlio di una coppia omosessuale maschile, il frutto del ventre d’una terza persona esterna alla coppia, preso 'a prestito' cioè, in realtà, oggetto di un drammatico business. E così i giudici non solo in Italia continuano a precostituire un presunto diritto, scavalcando per l’ennesima volta la politica e le sue riflessioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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