giovedì 31 agosto 2017
Le autorità del Texas temono che un impianto vicino a Houston possa creare contraminazioni: evacuati gli abitanti di Crosby. Salite a 37 le vittime, mentre i danni ammontano a 58 miliardi di dollari
L'impianto della Arkema Inc.a Crosby, alle porte di Houston in Texas (Ansa)

L'impianto della Arkema Inc.a Crosby, alle porte di Houston in Texas (Ansa)

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Mentre il computo totale delle vittime dell'uragano che da venerdì ha devastato il Texas e la Louisiana è salito a 37, le autorità del Texas temono che un impianto chimico vicino a Houston possa esplodere completamente o incendiarsi giorni a causa dei gravi danni subiti in seguito alle alluvioni provocate dall'uragano Harvey. Si tratta dell'impianto della Arkema nella cittadina di Crosby, alle porte di Houston. A causa delle forti piogge il sistema di refrigerazione dei composti chimici stoccati nell'impianto ha smesso di funzionare e secondo gli esperti a questo punto non c'è modo di prevenire un incendio che potrebbe causare un'esplosione. E ieri mattina sono state udite due esplosioni. Un'alta colonna di fumo nero si alza dalla fabbrica della società francese che è rimasta senza energia elettrica e senza impianti di refrigerazione.

Le attività di produzione nell'impianto sono state interrotte già venerdì scorso, prima che Harvey toccasse terra, ma sulla cittadina si sono rovesciati 102 centimetri di pioggia che hanno allagato la zona in cui sorge la fabbrica ed hanno interrotto la fornitura di energia elettrica. Fuori uso anche i generatori di corrente. Gli abitanti e gli operai sono stati evacuati a oltre due chilometri di distanza.

Intanto si fanno i conti. I danni causati in Texas dall'uragano Harvey sono pari a 58 miliardi di dollari (49 miliardi di euro) il 90% dei quali dovuti alle inondazioni. È la stima del Centro gestione disastri e riduzione dei rischi con base a Karlsruhe, in Germania. Se la stima dovesse essere confermata, si tratterebbe del nono peggior disastro naturale nel mondo dal 1900.

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