giovedì 28 gennaio 2010
Un'altro «miracolo» della Protezione civile francese: la ragazza è stata tirata fuori dalle macerie del College St. Gerard a 15 giorni dal sisma. Profondamente disidratata, sotto choc e con una gamba ferita, non è comunque in pericolo di vita. Intanto sull'isola la situazione è sempre più drammatica: mancano cibo e tende.
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    Continua a crescere il bilancio ufficiale delle vittime del terremoto di Haiti (170mila, ha riferito il presidente René Préval), ma la speranza di trovare dei sopravvissuti non è ancora finita. Una ragazza di 16 anni è stata tirata fuori dalle macerie del College St. Gerard, a 15 giorni dal sisma: profondamente disidratata, sotto choc e con una gamba ferita. «Non so come sia riuscita a resistere tanto a lungo» ha detto uno dei soccorritori. Era in una nicchia circondata dal cemento: i team francesi stavano scavando tra le macerie quando hanno sentito una voce. Una volta estratta, la ragazza ha detto solo «grazie». «Era completamente disidratata e non in condizioni di uscire da sola» ha spiegato il portavoce della Protezione civile francese Samuel Bernes. «Parla, dice di essere felice - ha aggiunto il medico che l’ha visitata -. Ha 16 anni, è viva e ha tutta la vita davanti». Sono circa 135 le persone ritrovate in vita sotto le macerie dal sisma del 12 gennaio. Martedì pomeriggio un uomo di 31 anni è stato estratto dalle macerie dall’esercito americano nel centro della capitale.La situazione sull'isola sempre più drammatica. Il presidente Préval ha anche fornito un bilancio delle devastazioni materiali: 225.000 abitazioni e 25.000 edifici commerciali sono stati rasi al suolo. Ha quindi annunciato che le elezioni legislative in programma il 28 febbraio sono rinviate a data da destinarsi e che alla scadenza del suo mandato (a febbraio 2011) non si ripresenterà. Nelle strade di Port-au-Prince intanto cresce la disperazione, con saccheggi ormai sistematici. Gli sfollati - oltre un milione secondo le ultime stime - sono radunati sotto il sole cocente nei campi di soccorso. Ovunque cartelli, in francese, inglese o spagnolo: «Abbiamo bisogno di aiuto, cibo, acqua e medicine». Il governo ha annunciato lunedì di avere installato 400.000 tende, che possono ospitare tra le cinque e le dieci persone ciascuna. L'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu, Navy Pillay, ha lanciato l'allarme sulla minaccia rappresentata dai leader delle gang criminali evasi dalle carceri del Paese - nel complesso gli evasi sopravvissuti al crollo delle prigioni sarebbero oltre 6.000 -, dai trafficanti di uomini, dalle esecuzioni sommarie di presunti ladri. E l'Unicef denuncia che la «situazione attuale ad Haiti favorisce i trafficanti di bambini».
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