venerdì 17 dicembre 2021
L’allarme lanciato da Oxfam, a tre anni da quegli “Accordi di Pace” di Stoccolma, che avrebbero dovuto rappresentare una prima base per arrivare a una soluzione politica del conflitto
Sempre più persone in fuga. Bambini accanto a un serbatoio d’acqua nel campo profughi di Al Mashqafa in Yemen

Sempre più persone in fuga. Bambini accanto a un serbatoio d’acqua nel campo profughi di Al Mashqafa in Yemen - Oxfam/Pablo Tosco

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La nuova escalation di scontri in Yemen ha già costretto oltre centomila persone a fuggire dalle proprie abitazioni negli ultimi tre mesi, e dato l’evolversi di un conflitto che ha già causato centinaia di migliaia di vittime in quasi sette anni, sono imminenti nuovi sfollamenti di massa.

È l’allarme lanciato da Oxfam, a tre anni da quegli “Accordi di Pace” di Stoccolma, che avrebbero dovuto rappresentare una prima base su cui costruire in seguito significativi progressi verso una soluzione politica, ma che stanno miseramente fallendo nel garantire sicurezza e un futuro a un intero popolo allo stremo.

«Solo negli ultimi due mesi sono stati uccisi oltre 120 civili innocenti e tantissime famiglie ogni giorno continuano a rischiare la vita sotto i bombardamenti aerei, per gli scontri sul terreno, per le mine anti-uomo e gli ordigni improvvisati di cui sono cosparse vaste aree – ha detto Paolo Pezzati, consulente per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia –. I combattimenti nelle ultime settimane si sono intensificati soprattutto nel governatorato di Marib, preso di mira perché ricco di risorse, dove scontri sempre più sanguinosi si sono concentrati nell’area a sud-ovest della città, intorno alle montagne del Balaq».

Emergenza da gestire. Saeed è un volontario che vive nel campo di Ammar bin Yasser, in Yemen, dove è stato formato da Oxfam per educare e sensibilizzare la comunità alle buone pratiche igieniche

Emergenza da gestire. Saeed è un volontario che vive nel campo di Ammar bin Yasser, in Yemen, dove è stato formato da Oxfam per educare e sensibilizzare la comunità alle buone pratiche igieniche - Oxfam/Bekki Frost

La conseguenza di tutto questo è che solo dallo scorso settembre 46mila uomini, donne e bambini sono stati costretti a cercare scampo a Marib City o nel distretto di Al Wadi a est, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni; una cifra che sale invece a oltre 96mila sfollati secondo le stime delle autorità locali yemenite.

«Solo sette anni fa Marib City aveva 41 mila abitanti, ma adesso ospita oltre un milione di sfollati – continua Pezzati –. In questo momento la principale preoccupazione delle organizzazioni umanitarie, che come Oxfam dall’inizio della guerra stanno cercando di soccorrere la popolazione, è di non riuscire a raggiungere gli sfollati che si trovano troppo vicino alla linea del fronte, che si sposta continuamente e adesso circonda praticamente l’intera città. Ogni settimana aree anche densamente popolate continuano ad essere bombardate e portare aiuti in sicurezza alla popolazione è sempre più difficile».

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