sabato 16 giugno 2018
Il deputato di Alba Dorata, Barbarousis, aveva invocato in aula, durante il dibattito sul nuovo nome della Macedonia, un intervento dei militari per arrestare il premier Tsipras e il presidente
Il deputato di Alba Dorata, Constantinos Barbarousis, in Parlamento ad Atene (Ansa)

Il deputato di Alba Dorata, Constantinos Barbarousis, in Parlamento ad Atene (Ansa)

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È caccia all'uomo in Grecia: la polizia intende arrestare con la pesante accusa di tradimento il deputato del partito filo-nazista greco Alba Dorata Constantinos Barbarousis, che in aula - durante il dibattito sulla sfiducia presentata dal partito di opposizione Nea Dimokratia contrario all'accordo sul nome della Macedonia - ha chiesto all'esercito di ribellarsi ed attuare un golpe. Barbarousis ha infatti invitato i militari ad arrestare il premier Alexis Tsipras, il presidente della Repubblica Prokopis Pavlopoulos ed anche il ministro della Difesa Panos Kammenos. Il violento attacco verbale di Barbarousis - raccontano i
media greci - ha provocato l'espulsione del gruppo di Alba Dorata dall'aula, e poi l'espulsione dello stesso deputato dal partito, i cui rappresentanti in Parlamento avevano comunque applaudito il collega. L'esagitato esponente politico ha accusato il governo di "non negoziare nell'interesse della nazione, ma nel proprio". Poi aveva detto che i vertici militari avrebbero dovuto "rispettare il proprio giuramento" e arrestare
i massimi esponenti di governo e stato, "per evitare il tradimento". È stato Kammenos a chiedere che Barbarousis fosse accusato di alto tradimento e la magistratura intende ora incriminarlo per "atti preparatori al tradimento". Le accuse di tradimento, in Grecia, fanno cadere la necessità di un voto parlamentare per togliere l'immunità ad un deputato.
Secondo la polizia, Barbarousis, dopo un inseguimento con la polizia sulla Atene-Patrasso, si nasconderebbe nella regione Aetolia-Acarnania (Grecia occidentale), dove è stato eletto. La vicenda si inserisce nello scontro parlamentare incandescente tra il governo di Tsipras e l'opposizione conservatrice di Nea Dimokratia, che si è scagliata contro l'intesa raggiunta dal primo ministro e dal collega macedone Zoran Zaev sul nome dell'attuale Fyrom, che dovrebbe diventare Repubblica della Macedonia del Nord. Un'intesa avversata anche dalle opposizioni a Skopje, che come i colleghi greci, considerano quel nome una concessione eccessiva al Paese confinante.
Tsipras non dovrebbe aver problemi a superare la mozione di sfiducia, visto che le opposizioni non hanno voti sufficienti. Il suo partner di coalizione, i Greci Indipendenti (nazionalisti) del ministro della Difesa Kammenos, pur non essendo d'accordo con l'intesa Atene-Skopje, hanno detto che non faranno cadere l'esecutivo.

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