mercoledì 1 novembre 2023
Hanno attraversato il valico verso l'Egitto stranieri e palestinesi con doppia cittadinanza. Oltre 50 i morti a Jabalia e 15 soldati israeliani sono stati uccisi in un giorno
Il valico di Rafah è stato aperto a feriti e stranieri in fuga dalla striscia di Gaza

Il valico di Rafah è stato aperto a feriti e stranieri in fuga dalla striscia di Gaza - Ansa

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Mentre si avvicina la fine della terza settimana di guerra, il valico egiziano di Rafah ha aperto, anche se solo per poche alla fuga dall'inferno di Gaza. Quasi 90 palestinesi feriti e quasi 450 persone con doppia cittadinanza e stranieri (nella lista del gruppo risultano anche italiani) hanno lasciato Gaza questa mattina per l'Egitto attraverso il valico di Rafah dopo che le autorità egiziane ne hanno annunciato l'apertura per la prima volta al pubblico, nel 26/mo della guerra tra Israele e Hamas: lo riporta un giornalista dell'Afp sul posto. Palestinesi, persone con doppia cittadinanza e stranieri sono stati autorizzati a entrare nel terminal del valico intorno alle 8:45 ora italiana. Centinaia di persone sono stipate al terminal di Rafah, in attesa di passare nel territorio egiziano. E dal ministro degli Esteri Antonio Tajani è arrivata la conferma: ci sono anche 4 nostri connazionali, volontari per alcune Ong.

Palestinesi in attesa al valico di Rafah

Palestinesi in attesa al valico di Rafah - Ansa

Lo riferiscono fonti locali secondo cui si tratta di persone, palestinesi e non, che detengono una cittadinanza straniera.

In parallelo dall'Egitto si vedono camion in ingresso, con aiuti umanitari destinati alla striscia di Gaza. Sul versante egiziano ci sono ambulanze pronte ad accogliere feriti palestinesi in uscita da Gaza: una ottantina di camion, il convoglio più grande dall'inizio del conflitto. Lo sblocco delle uscite è avvenuto grazie alla mediazione del Qatar. Presto agli israeliani9 potrebbero unirsi specialisti statunitensi. Decine di commando statunitensi sono giunti in Israele negli ultimi giorni per aiutare nelle operazioni di liberazione dei 240 ostaggi catturati da Hamas e trattenuti a Gaza. Lo ha riferito la scorsa notte la televisione pubblica Kan citando fonti nel Pentagono. La emittente ha aggiunto che il Fbi, il Dipartimento di Stato ed esperti Usa in trattative su ostaggi sono già in contatto con la controparte israeliana per offrire consigli. Si tratterebbe del primo ingaggio diretto americano, con ogni probabilità avranno quindi ruoli solo di supporto e non di contatto diretto con i miliziani di Hamas.


È salito intanto a 15 il numero complessivo dei soldati israeliani rimasti uccisi nelle ultime 24 ore in combattimenti ravvicinati con Hamas nel nord della striscia di Gaza. Lo ha riferito il portavoce militare. Dieci caduti facevano parte della brigata di fanteria Givati, mentre gli altri due erano carristi. Nella serata di ieri, invece, il bilancio dei raid sul campo profughi di Jabalia si è assestato a una cinquantina di vittime, dieci anche in un altro centro di raccolta degli sfollati. Tra le persone morte nell'attacco aereo israeliao a Jabalia, secondo fonti di Hamas, ci sarebbero anche sette del 240 ostaggi ancora nelle mani dei terroristi e tre sarebbero stranieri.

Inoltre, Israele sta stringendo l'assedio a Gaza City. L'esercito israeliano sta avanzando verso Gaza City dai tre lati terrestri: nord, centro e sud. Lo ha riferito la radio pubblica Kan, aggiungendo che l'accerchiamento avviene nella politica di approfondimento dell'offensiva di terra. I militari, ha precisato, sono impegnati nella ricerca di postazioni di Hamas e nelle neutralizzazione dei suoi miliziani. Il portavoce militare Daniel Hagari ha riferito che l'esercito è attestato ai bordi della città.

L'attacco di terra di Israele ha un costo in vite umane che la politica tenta di giustificare: il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha commemorato la perdita dei soldati israeliani all'interno di Gaza (il bilancio parla, come si diceva, di 15 soldati morti), e ha ripetuto che "questa sarà una lunga guerra. Abbiamo tanti risultati importanti ma anche perdite dolorose. I nostri soldati sono caduti nella più giusta delle guerre, la guerra per la nostra casa". Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha aggiunto che Israele è preparato per "una campagna lunga e complessa".

E mentre la situazione umanitaria nella Striscia continua a essere drammatica (a Gaza funziona solo un terzo delle strutture sanitarie primarie e gli ospedali ancora operativi hanno sostanzialmente ridotto i servizi, dice l'Organizzazione mondiale della Sanità) un nuovo blackout ha colpito Gaza nella notte. Le reti Internet e telefoniche sono rimaste inattive in tutta la Striscia, ha fatto sapere l'agenzia palestinese per le telecomunicazioni. Si tratta del secondo blackout totale a Gaza in meno di una settimana.
Il rischio di una espansione del conflitto rimane alto: il leader supremo dell'Iran, l'ayatollah Khamenei, ha invitato i Paesi musulmani a mobilitarsi contro Israele e a boicottare l'invio di petrolio e cibo verso lo Stato ebraico. "I bombardamenti contro Gaza devono cessare immediatamente e le vie per le esportazioni di petrolio e cibo verso il regime israeliano devono essere bloccate dai paesi musulmani, che non dovrebbero avere cooperazione economica con il regime israeliano. Il mondo musulmano deve mobilitarsi contro il regime", ha detto Khamenei. "Questa guerra non è u a guerra tra Israele e Gaza. E' una guerra tra la menzogna e la verità, una guerra tra i Poteri Arroganti e la fede", ha aggiunto. L'esercito israeliano ha fatto sapere di avere schierato navi con missili nel Mar Rosso dopo aver intercettato ieri un missile superficie-superficie e "obiettivi ostili" nella regione di Eilat. Il lancio di missili è stato effettuato dallo Yemen e rivendicato dagli Houthi yemeniti.


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