giovedì 3 dicembre 2009
Gazprom: «impossibile per ora riprendere le trattative, non onorano i propri impegni». L'Ucraina accusa: «ricatto economico». Intanto in molti paesi del est le forniture di metano calano.
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Continuano a salire i toni tra Gazprom e l'Ucraina, opposte da un contrasto sulle forniture di gas naturale che ha portato il colosso energetico russo a chiudere i rubinetti a Kiev. Il vice ad di Gazprom, Alexander Medvedev, ha dichiarato che è impossibile per ora riprendere le trattative con l'Ucraina in quanto non c'è stata nessuna risposta rilevante dalla controparte, e ha ribadito l'impegno della Russia nel rispettare i propri impegni con l'Europa. Medvedev è attualmente in Repubblica Ceca, paese che detiene la presidenza Ue di turno, per spiegare la propria posizione alle autorità europee. Molti paesi dell'Est Europa, nel frattempo, hanno lamentato un calo delle forniture, mentre Mosca e Kiev si rinfacciano a vicenda la responsabilità. Secondo la Russia, l'Ucraina sta prelevando il gas diretto verso l'Europa dalle pipeline sul suo territorio, secondo la repubblica ex sovietica, Gazprom ha ridotto il flusso verso la Ue per incolpare l'Ucraina.A scatenare il conflitto è stato il rifiuto di Kiev di accettare il rincaro proposto dal monopolista russo per il contratto di fornitura 2009. C'è inoltre la questione degli arretrati dovuti dall'Ucraina a Gazprom per il 2009, che Kiev sostiene di aver pagato, cosa smentita da Mosca. Naftogaz, la società del gas ucraina, ha risposto accusando Gazprom di «ricatto economico». «Naftogaz è sconcertata dalle dichiarazioni di Gazprom che discreditano l'Ucraina agli occhi della comunità europea - si legge in una nota della società -l'incapacità di Gazprom di svolgere delle trattative basate sui principi di partnership ha portato alla sospensione delle forniture per l'Ucraina e ha disturbato ilmeccanismo di transito per l'Europa». 
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