lunedì 28 giugno 2010
La dichiarazione finale tenta di mettere tutti d'accordo ma, di fatto, non indica misure condivise per uscire dalla crisi. Momenti di tensione con i manifestanti: 562 arresti e quasi 20mila poliziotti per le strade.
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Il comunicato finale dice che bisogna sostenere lo sviluppo risanando i conti e anche che si poteva fare di più. Il G20 dà quindi ragione a tutti, evitando le questioni spinose. Neppure l'apprezzamento alla Cina per la rivalutazione dello yuan, fatto unanimemente da 19 Paesi, viene inserito nel comunicato finale per la semplice ragione che Pechino è rimasta coerente con la sua posizione secondo la quale del cambio di singole monete non si doveva parlare nella dichiarazione congiunta.Ancora una volta dunque un importante consesso mondiale è terminato come era iniziato, senza segnare significativi passi in avanti. La notizia più rilevante, anche questa a dire il vero attesa, è il riequilibrio fra G20 e G8 in favore del primo. Anzi, nel corso dell'incontro di Huntsville fra le otto economie mondiali più sviluppate, si sono difese le ragioni di questa formula: «Una decisione unanime di continuare con questo formato a Nizza nel giugno del prossimo anno», ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.Ma l'appuntamento ha mostrato le divisioni profonde proprio nel nucleo del G8 su tutti i principali temi in discussione: insistere più sul contenimento dei conti (come vuole la Germania rigorista di Angela Merkel) o puntare sul sostegno della crescita e dei consumi (come vuole l'America di Barack Obama al pari della Cina), tassare le banche (imposizione avversata da Canada, Giappone, Canada e Italia) o le transazioni finanziarie.Il comunicato finale recita platonicamente che «risulta cruciale dare vigore alla ripresa. Per sostenere tale ripresa, dobbiamo continuare a mettere in atto i piani di stimolo esistenti, adoperandoci al contempo per creare le condizioni per una vigorosa domanda privata». Una dichiarazione che, sulla carta, prova a mettere tutti d'accordo, ma che di fatto non segna la strada per quella strategia concordata senza la quale si rischia – come aveva paventato il Fondo monetario internazionale solo qualche giorno fa - di perdere 30 milioni di lavoro e 4 mila miliardi di dollari di produzione.Il presidente cinese Hu Jintao, vero protagonista dell'incontro canadese, ha così sintetizzato: «Con lo sforzo comune del G20 e della comunità internazionale, l'economia mondiale si va gradualmente riprendendo, ma le fondamenta della ripresa ancora non sono solide, il processo non è bilanciato e vi sono ancora molte incertezze. Il rischio dei debiti sovrani in alcuni Paesi va aumentando. Tutto questo evidenzia che l'impatto profondo della crisi finanziaria non è stato ancora superato, e che i rischi sistemici e strutturali dell'economia mondiale restano. Dobbiamo agire con cautela su tempi, passi e forza prima di abbandonare politiche di stimolo economico».La Merkel invece si consola dicendo che «non si aspettava» di riuscire a far dire al comunicato finale che bisogna «dimezzare i disavanzi entro il 2013 e stabilizzare o ridurre, entro il 2016, il rapporto debito-Pil». La visione cinese sembra più comprensiva di tutti i fattori, tanto che anche il comunicato finale riconosce che «siamo giunti alla conclusione che possiamo fare molto di più».Sulle banche e le istituzioni finanziarie non si fa menzione di nuove regole di vigilanza, così come avrebbe voluto il Financial stability board. Si tratta solo di un rinvio e non di un annacquamento come qualcuno aveva temuto. E Mario Draghi ha potuto comunque difendere i risultati del lavoro dell'organismo da lui presieduto.OLTRE 500 ARRESTI TRA I MANIFESTANTILa polizia canadese ha organizzato dei cordoni umani per evitare che qualcuno potesse avvicinarsi al centro di detenzione di Eastern Avenue, nella zona orientale della città, dove alcune centinaia di manifestanti, tra cui un gruppo in bicicletta, si sono ritrovati per dimostrare contro i numerosi arresti compiuti dalla polizia, nel fine settimana più caldo che la storia di Toronto ricordi.Sono 562 le persone arrestate in tutto, 244 nella giornata di ieri. Nel primo pomeriggio sempre la polizia ha sparato pallottole ricoperte di gomma. Gas lacrimogeni sono stati utilizzati per disperdere i dimostranti mascherati di nero che rifiutavano di allontanarsi e colpivano la polizia con bottiglie e pietre.Quasi ventimila poliziotti hanno pattugliato le strade della città. Un raid al campus dell'Università di Toronto ha portato a una settantina arresti. Si ritiene non si tratti di studenti. Nel corso di una conferenza stampa, il Toronto Mobilization Network, movimento organizzatore delle manifestazioni di protesta pacifiche, ha denunciato la «brutalità» della polizia, che  ha circondato e arrestato i dimostranti con aggressività. FOCSIV: «G20 COME I GAMBERI»I G20 come i gamberi: a ogni appuntamento un passo indietro. È il commento della rete di ong cattoliche Focsiv a vertice G20 chiuso. «Ormai sembra essere questa la logica degli appuntamenti delle 20 maggiori economie del pianeta», scrive Sergio Marelli,segretario generale della Focsiv in una nota diramata da Toronto, «venti capi di Stato e di Governo che rappresentando il 90% della ricchezza mondiale e il 75% del totale della popolazione potrebbero compiere atti decisivi per uscire dalla drammatica crisi in cui versa l'economia globale. E invece nulla». Per Marelli la dichiarazione finale del vertice, rinviando ogni decisione al prossimo appuntamento di novembre a Seoul, «in assenza di misure regolatrici imposte alla finanza internazionale concede tempo prezioso agli speculatori per continuare ad agire indisturbati e a trarre enormi profitti scaricandone i costi sulle fasce deboli, i piccoli risparmiatori e le economie vulnerabili del sud del mondo».
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