giovedì 22 dicembre 2011
​Grave scontro diplomatico dopo l'approvazione di una legge da parte del Parlamento francese che rende illegittima la negazione dei genocidi: previsti un anno di carcere e 45mila euro di ammenda. Il premier turco Erdogan annuncia una serie di sanzioni politiche e militari. Il ministro francese Juppè invita a «mantenere aperte le vie del dialogo».
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​Grave scontro diplomatico tra la Francia e la Turchia, dopo l'approvazione di una legge da parte del Parlamento francese che rende illegittima la negazione dei genocidi, incluso quello compiuti dai turchi ai danni degli armeni, che il governo di Ankara non riconosce come tale. La legge prevede un anno di carcere e 45mila euro di ammenda per la negazione pubblica di un genocidio riconosciuto dalle norme francesi, e oltre all'Olocausto degli ebrei Parigi riconosce come tale anche quello avvenuto fra il 1915 e il 1917, con un bilancio di un milione e mezzo di morti. La Turchia sostiene che i morti sono stati mezzo milione durante i combattimenti e le deportazioni forzate in Iraq, Libano e Siria, allora province ottomane, ma non per uno sterminio premeditato. Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, ha parlato di «profonde ferite insanabili» nei rapporti fra Parigi e Ankara, annunciando una serie di sanzioni politiche e militari. La Turchia ha richiamato il suo ambasciatore da Parigi e ha sospeso i visti e i programmi militari in partnership con la Francia, incluse le esercitazioni.Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, si è detto «dispiaciuto» per la decisione, sottolineando che «la Turchia è per la Francia un partner strategico» e invitando a «mantenere aperte le vie del dialogo».
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